Omelia (06-01-2006)
don Marco Pratesi
Cammina cammina

I santi Magi arrivano da oriente, guidati da una stella. È il segno che Dio ha loro dato. Non è possibile capire esattamente come si sia manifestato di preciso questo segno della stella: quel che conta è che essi hanno saputo coglierlo e accoglierlo come un segno di Dio.
Prima di tutto: hanno saputo vederla, accorgersi di essa. In tanti, forse, non avranno nemmeno guardato il cielo, non l'avranno neanche vista, quella stella, intenti alle occupazioni quotidiane, lo sguardo rivolto a terra.
I Magi, poi, interpretano il segno: si lasciano interrogare da esso, e quindi ne colgono, sia pure confusamente, il senso. Lo "interiorizzano", il segno diviene qualcosa che si portano dentro e che li interpella, che domanda loro una risposta. Altri avranno visto la stella, magari si sono lì per lì meravigliati, ma poi hanno continuato come prima.
I santi Magi, invece, si son messi in cammino. Il segno di Dio li ha indotti a uscire dai limiti del loro mondo per partire verso la novità. Il segno li ha incoraggiati a rischiare, ad allargare gli orizzonti.
Ma le sorprese non sono finite. Cercano un re ovviamente nel palazzo del re, ma lì non c'è. Trovano però un altro segno, il segno della Parola, l'oracolo di Michea, che li rimette sulla giusta rotta.
Infine l'ultima novità, la più sorprendente, l'incontro col bambino e i genitori, nella semplicità, nell'umiltà, nella pace di Betlemme. Finalmente si prostrano a lui, gli offrono i loro doni, oro, incenso e mirra.
Con questo, abbiamo tratteggiato anche la vocazione cristiana: siamo chiamati a questo. Dio ci offre dei segni: prima di tutto la sua Parola e l'Eucaristia, ma dietro a questi tanti altri. Si tratta di alzare il naso dalle nostre beghe e di accorgersene, di vederli. Dobbiamo poi lasciarci interrogare, portarci dentro e custodire le domande che i segni di Dio ci pongono (come faceva Maria). E quando si coglie qualche risposta, lasciarsi mettere in movimento, rimettersi in discussione, rischiare, partire.
A tratti il sentiero sembrerà interrotto, ma i segni di Dio non mancheranno. Incontreremo l'Emmanuele, il Dio-con-noi, l'Eccelso fatto piccolo, la Verità venuta ad incontrarci, l'Amore venuto a farsi toccare: prostrarsi davanti a lui è la somma sapienza. La sapienza del mondo è in adorazione di se stessa, la sapienza vera si prostra davanti al bambino, il grande segno dell'umiltà amante di Dio tra noi.
Questo il cammino che dobbiamo fare, questo è il traguardo. All'intercessione dei santi Magi, di Maria e di Giuseppe affidiamo il nostro desiderio di saper accogliere i segni di Dio per potere incontrare con immensa gioia, al termine del nostro cammino, Cristo, luce dell'eterna gloria.

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio sia luce sul nostro cammino verso Gesù, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:
Preghiamo con fiducia il Padre, e affidiamogli il nostro cammino verso Gesù: