Omelia (23-03-2023) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
C'è un altro che da testimonianza di me. Il Santo di Dio "Vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza!". Con questa risposta di fuoco Gesù azzittisce i giudei che Lo vogliono morto, dato che Egli si è proclamato Figlio di Dio. Ed Egli continua dicendo: "Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a Me, perché egli ha scritto di Me!". Sì, Mosè, Isaia, Geremia, tutti i Profeti, e per ultimo San Giovanni Battista hanno annunciato, con parole ispirate, la venuta del Messia, del Figlio di Dio sulla terra. Ma la testimonianza più forte sono proprio le opere che Gesù compie: i ciechi vedono, i sordi odono, i lebbrosi sono guariti, i morti risùscitano al passaggio di Gesù, e ai poveri viene annunciato il Regno di Dio. Ed è proprio vero che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire! "Voi scrutate le Scritture, ma sono proprio esse che danno testimonianza di Me. Ma voi non volete venire a Me per avere vita. Ma vi conosco: non avete in voi l'amore di Dio!". Infatti per amare Dio è necessario avere fede in Lui, ma per avere fede in Lui è necessaria l'umiltà, che oggi è una virtù rara. Chiediamo alla Madonna la grazia dell'umiltà, a Lei che è l'umile Serva del Signore. Dio ha potuto fare grandi cose in Lei, e grandi cose farà il Padre oggi in ognuno di noi. |