Omelia (07-04-2023)
don Michele Cerutti
Non ti ho amato per scherzo

L'Ospedale dove vivo il mio impegno pastorale tutti i giorni è luogo in cui il mio sguardo si pone in contemplazione delle membra doloranti del Cristo.

Aneddoti non mancano. Tutti questi si possono leggere alla luce di una Passione come quella che la liturgia ci invita a meditare ogni anno.

Trovi Gesù condannato a morte nell'ospite a cui hanno dato poche settimane di vita e si carica della Croce fatta di preoccupazioni e dispiaceri che portano inevitabilmente a cadute con momenti di scoraggiamento e di dubbio e una madre e una sorella e un fratello nei casi più fortunati riescono a essere quel conforto che ti può aiutare a rialzarti, chi è solo e non sono pochi, l'aiuto degli infermieri, operatori socio sanitari, personale delle pulizie e di ristorazioni, diventa conforto.

Un aiuto può essere un sorriso, una lacrima raccolta in una confidenza. Tutti sono un sostegno nel momento dello sconforto.

Il metadone, la flebo sono i mezzi per la crocifissione.

In questa scena di dolore e di aiuto abbiamo i sacramenti via ordinaria per affrontare le difficoltà.

La presenza di un sacerdote può essere stimolo per guardare al passato con gli occhi del pentimento, al presente come grazia e al futuro con fiducia.

Il silenzio di Gesù diventa rispetto del dolore ed è lo stesso silenzio che Lui stesso ha provato nel momento della sofferenza.

Quante provocazione perché i soldati affermavano: Se sei il Cristo salva te stesso e scendi dalla Croce.

Sarebbe stata la via più semplice per mostrare al mondo la sua forza, eppure, l'Onnipotenza di Dio si mostra nella fragilità perché Egli non ha tolto la morte, ma ha privato questa del suo pungiglione: il peccato.

Gesù ha sofferto come noi per dare alla sofferenza redenzione.

A Gesù diciamo grazie. La gratitudine fatta di parole e quindi di preghiere, ma anche di azioni concrete nei confronti di chi ci sta vicino. Egli ha dato la vita per noi e come dice Agostino: Poteva salvarci con una goccia di sangue, ne venne una valanga.

Il cuore diventa pieno di gratitudine.

A Gesù chiediamo scusa. Scusa per i nostri peccati che abbiamo sempre più difficoltà a riconoscere.

A Gesù ci rivolgiamo con suppliche per questi tempi difficili per l'umanità e un po' per tutti.

Ora cala il silenzio con una liturgia mesta che ci riporterà al silenzio della Vergine nel Sabato Santo e attendiamo con fiducia una Risurrezione che ci condurrà verso nuovi orizzonti che iniziamo a intravvedere in lontananza.

La Croce è Passione, ma anche Gloria.