Omelia (16-01-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demoni. [...]. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Come vivere questa Parola? Gesù ha appena guarito dalla febbre la suocera di Pietro, in un contesto di vita tutto feriale. L'ha presa delicatamente per mano e l'ha liberata dal suo male. Lei subito si è alzata e con disinvoltura si è messa a servire. Ora il Signore esprime la sua compassione e misericordia verso malati e sofferenti con la potenza sanatrice di Dio. E' il suo atteggiamento di carità senza limiti quello che emerge già in questo primo capitolo del vangelo. Attenzione però! Subito è rivelata l'altra dimensione profonda della sua personalità. Il sole non si è ancora levato e Gesù già cerca un luogo di quiete e silenzio dove, a lungo, si intrattiene a pregare. Ecco: il segreto del suo "darsi" in balia del bisogno di liberazione dell'uomo è strettamente connesso col suo pregare, così come l'impeto del fiume ricco di acque dipende dalle segrete scaturigini della sua sorgente. Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò a lasciarmi penetrare dalla forza sanatrice di Gesù. Risanami - gli dirò – dalla mentalità efficentista in cui sono immerso, per cui arrivo persino a dire che il lavoro è preghiera. Fammi capire, Signore, che se non ho tempi di autentica preghiera che mi unisca a Te nel profondo del cuore, proprio lì io inaridisco e muoio. Dando solo me stesso, e non Te, inganno me stesso e il mondo intero, perché do terra e non la tua acqua che disseta. La voce di una grande donna russa Se siete stati nutriti da Dio nella preghiera, dovreste essere in grado di dare l'olio della tenerezza e il vino della compassione a tutti quelli che incontrate. Catherine de Hueck Doherty |