Omelia (17-01-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
[Il lebbroso guarito] cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.

Come vivere questa Parola?
Gesù ha appena esercitato la sua potenza sanatrice sul lebbroso ma non ha ottenuto da lui che tacesse circa il miracolo. Egli voleva che non se ne desse notizia per due ragioni: per non essere scambiato per il Messia politico che molti aspettavano (liberatore dall'oppressione dei Romani) ma anche perché amava il riserbo. Quel tenersi fuori dalla "babele delle lingue", dal chiasso della notorietà che poteva attirare le folle come a un idolo era tipico della sua personalità. E non a caso lo vediamo scegliere di rimanere fuori dall'agglomerato di folle, cercare la solitudine del deserto. Proprio là lo raggiunge una marea di bisognosi a cui con tutto il cuore presta attenzione.

Oggi, nel mio rientro al cuore, mi lascio interpellare circa gli spazi di solitudine da coltivare in me. Sono forse una persona che, al contrario, cerca sempre il consenso della gente e che ha bisogno d'immischiarsi in essa? "Non può restare nascosta una città collocata sul monte" dice Gesù. Cioè, se c'è in me autenticità di vero di giusto di buono, se sono una persona di pace, la gente mi cercherà e io potrò giovare al mio prossimo. Devo però usare di momenti (o giorni?) di solitudine come di una medicina (senza la quale io mi frantumo e disperdo) e mediante la quale si rafforza sia il mio rapporto con Dio che con gli altri.

La voce di un santo monaco d'Oriente
Chiesero a S.Serafino di Sarov: "Come mai da te, che vivi in solitudine, viene tanta gente?"
"Amico, cerca la pace e raggiungila nel tuo cuore, e migliaia di uomini ti cercheranno".