Omelia (22-01-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1Sam 16,7 Dalla Parola del giorno Il Signore rispose a Samuele: "Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore". Come vivere questa Parola? E' un momento importante della storia di Israele. A Samuele, sacerdote e uomo di Dio, il Signore ha comandato di scegliere, tra i figli di Iesse il betlemmita, colui che dovrà essere consacrato re, in sostituzione di Saul. Samuele va da Iesse ed è colpito dall'aspetto imponente di Eliab. Gli pare l'uomo adatto e lo dice al Signore. Egli però non è dello stesso parere e afferma il suo importantissimo e tipico criterio di valutazione: il suo guardare al cuore. Non è dunque ciò che appare e può "scintillare". Con quello che viene dalla superficialità e porta alla superficialità ciò che piace a Dio non si raggiunge. Sono i solidi valori interiori, le "radici" profonde dell'essere umano, del suo pensare e agire secondo Dio ciò che il Signore ha in considerazione. La sua scelta infatti qui cade sul più piccolo dei figli di Iesse, così piccolo (e dunque apparentemente di nessun conto) che Iesse non l'aveva neppure fatto venire perché stava pascolando il gregge. Il cuore di Davide si rivelerà sincero anche dopo il peccato. Mentre Saul, quando cade nella colpa cerca di scusarsi con Samuele, Davide severamente accusato dal profeta Natan, confessa, con cuore umile e "vero", il suo peccato. Oggi, nel mio rientro al cuore, chiedo al Signore di rendermi ben conto che vivo in un mondo dove ciò che luccica esteriormente e fa' chiasso, viene valorizzato. No, voglio coltivare l'interiorità. Tu, Signore, guardi non a quello che dico o faccio ma al cuore che detta le mie parole ed è radice del mio operare. Ti prego, risanami nel cuore! Tu vuoi la sincerità del cuore, insegnami la sapienza del retto pensare, del retto parlare e operare sotto il tuo sguardo. La voce di una giovane ebrea Nonostante tutto, io condannata al lager ho una vita interiore che, con l'aiuto di Dio, diventa sempre più semplice, lastricata di benevolenza e di fiducia. Etty Hillesum |