Omelia (25-01-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su At 22,6-8

Dalla Parola del giorno
Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, all'improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Risposi: Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti.

Come vivere questa Parola?
Sulla via di Damasco Paolo, l'accanito fariseo persecutore dei cristiani, viene letteralmente folgorato da Cristo. L'intenzione di Paolo, pur nei suoi modi violenti nel voler estirpare i cristiani, non era perfida. Egli si preoccupava dell'unità del suo popolo, Israele, della purezza della sua fede. Gli pareva che quel Gesù, di cui tanti erano diventati seguaci, fosse un pericolo incombente e che i cristiani fossero una setta da distruggere. C'era dello zelo per Dio in Paolo anche prima della conversione, ma il suo zelo, che si risolveva in modi violenti, era cieco e sbagliato. Quand'è che il suo zelo illimpidisce? Quando Gesù fa irruzione nella sua vita. Letteralmente acceca Paolo, ma per renderlo consapevole che deve aprire gli occhi interiori. "Io sono Gesù che tu perseguiti" gli rivela il Signore. E Paolo arriva a comprendere che Gesù è in quei suoi seguaci che egli caricava di catene. Gesù infatti è lì. Non lo puoi separare. Ogni credente è un membro vivo del suo corpo. Fai del bene a uno? Fai del bene a Gesù in tutto il suo corpo. Ne maltratti uno? Maltratti il Signore in tutto il suo corpo. E' questa la vera unità!

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermerò su questo profondo e consolante mistero di unità. Pregando per l'unità non solo dei cristiani ma di tutti gli uomini che levano la voce a Dio, mi unirò al Papa e ai rappresentanti delle varie religioni radunatisi ieri ad Assisi per una preghiera universale. E chiederò di essere consapevole che quando tratto bene o male un fratello o una sorella, tratto bene o male il Signore stesso.

La voce di un antico Padre
Come dice S.Paolo siamo membra del Signore e membra gli uni degli altri. Compi dunque il tuo incarico e secondo le tue possibilità lavora a vantaggio di tutto il corpo e semina consolazione e aiuto verso tutti. Tutti siano, per te, il Signore.
Doroteo di Gaza