Omelia (08-01-2006) |
don Marco Pratesi |
Tu, il diletto Figlio La tradizione evangelica attribuisce grande importanza all'episodio del battesimo di Gesù al Giordano: in effetti si tratta di una grande teofania (manifestazione di Dio) trinitaria, che è all'origine del ministero pubblico di Gesù. Gesù non fa niente, se non lasciarsi battezzare dal Battista. Non lancia alcun proclama, non si mette in mostra. È invece il Padre che, lasciando udire dal cielo la sua voce, lo presenta a Israele, e con ciò al mondo. Comincia da subito, qui, quel particolare rapporto tra il Padre e il Figlio, per il quale Gesù si umilia e il Padre lo innalza. Il Figlio è soltanto qui, tra gli uomini, tra i peccatori, con essi solidale e tra essi nascosto. Il Padre manda il suo Spirito, a consacrare e manifestare Gesù come figlio-servo del Padre. Da ora in poi tutta la persona e la vita di Gesù saranno totalmente a servizio della manifestazione (epifania) pubblica, che inizia col battesimo. Gesù sarà profeta: nutrito in profondità della Parola di Dio, la annunzierà in modo autorevole e definitivo. Gesù sarà sacerdote: per la vita del mondo offrirà il nuovo ed eterno sacrificio, del quale egli sarà al tempo stesso altare, vittima e sacerdote. Gesù sarà re: colui che inaugura il Regno di Dio e ne è l'elemento primario. Così Gesù compirà la sua missione di Messia, consacrato del Padre mediante l'unzione dello Spirito Santo, che porta finalmente la buona notizia della salvezza gratuitamente offerta a tutti coloro che si riconoscono poveri e bisognosi di salvezza. La Chiesa è il popolo di questi poveri che riconoscono in Gesù il loro Salvatore, e che sono invitati dal Padre a entrare in comunione col Figlio suo per diventare anch'essi figli suoi, "figli nel Figlio". Essere battezzati significa avere da Dio la chiamata ad "avere in noi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù". Come lui, anche noi dobbiamo dare il primato al Padre; come lui, ricevere dalle mani del Padre la nostra vocazione; come lui, non autoesaltarci ma abbassarci, per affidare al Padre, come vuole, la nostra "esaltazione", la glorificazione. All'offertorio: Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci renda figli insieme al Figlio, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente. Al Padre Nostro: Animati dallo spirito filiale che ci è stato dato nel battesimo, preghiamo come Gesù ci ha comandato: |