Omelia (28-01-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Dicevano: "E' posseduto da uno spirito immondo" Come vivere questa Parola? Giunti quasi al termine del terzo capitolo del vangelo di Marco, si sta consumando la così detta "crisi galilaica". Dopo un iniziale successo della sua missione, Gesù percepisce che la folla lo vuole schiacciare e le autorità religiose lo vogliono mettere a morte. La folla lo schiaccia: vanno a Lui, ma solo a caccia di miracoli, senza reale desiderio né di conoscerlo né di amarlo. I suoi parenti certamente lo amano, tuttavia non lo riconoscono più: per essi è diventato pazzo. Infine gli scribi, i teologi d'Israele, avevano certamente gli strumenti per riconoscerlo, ma non ci riescono, perché non lo amano. Il vangelo di oggi si sofferma proprio su costoro. Essi non lo conoscono perché non lo amano: e non lo amano perché non accettano di essere amati da Lui. Qui lo scambiano per un indemoniato, così come nel capitolo secondo lo avevano accusato di bestemmiare. Lì la bestemmia consisteva nell'aver rimesso i peccati al paralitico: qui gli esorcismi che Gesù compie sono ai loro occhi segno del demonio che lo possiede! Ritenersi giusti e non accettare di essere bisognosi di essere perdonati e guariti: è questa quella che Gesù definisce la "bestemmia contro lo Spirito Santo". (v.29) Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò al Signore che sciolga il mio cuore indurito: mi riproporrò di accostarmi presto al sacramento della riconciliazione, nella consapevolezza che è soprattutto quando veniamo perdonati che ci è donato con abbondanza lo Spirito Santo. La voce di F. Mauriac Tra l'Agnello di Dio e la miseria non esiste abisso che la misericordia non possa colmare. (da "Souffrance et bonheur du chrétien") |