Omelia (24-05-2023) |
don Giampaolo Centofanti |
Gesù prega incessantemente il Padre nello Spirito per noi. Prima di tutto di tutto chiede che veniamo custoditi in Gesù stesso, perché nessuno vada perduto. Che al di là di qualsiasi eventuale peccato accogliamo sempre la misericordia divina in Cristo. Poi chiede che siamo portati nella pienezza della gioia. Gradualmente sempre più attenti ai criteri della fede che sono diversi da quelli terreni ma al tempo stesso accogliendo ogni persona, ogni cosa, a suo modo come grazia, imparando il buono, ciò che è di Gesù, da ciascuno. Imparando dunque a non cadere nei due estremi opposti di isolarsi dal mondo o di confondersi con esso. Chiede dunque che non veniamo confusi dal Maligno. Il Maligno tende proprio a dividere. Diavolo da dia' - ballo, getto in mezzo. Isolati dal mondo, vivendo una legge astratta. Un fare senza comprensione umana che orienta a vivere di sensi di colpa, forzature, risposte meccaniche, senza l'apertura allo Spirito che fa discernere di volta in volta in modo diverso, adeguato alle specifiche situazioni, approfondendo sempre più il senso del vangelo. O all'opposto cercando un vitalismo, un'emozionalismo, scambiati per criteri validi. Con la conseguenza di ritenere buoni i sentimenti positivi e cattivi quelli negativi mentre i sentimenti, pur così belli, umani, non sono né buoni né cattivi perché vengono da soli. Rabbie, rancori, giudizi istintivi, pensieri sessuali istintivi, non sono peccati perché appunto non scaturiscono dalla nostra volontà. Per questo Gesù chiede che veniamo consacrati nella verità. La verità non è una regola astratta né un benessere emozionale ma il cuore che cerca di accogliere la luce che scende delicatamente, gradualmente, come una colomba. La parola di Gesù non è un concetto da comprendere con la mente e applicare con le proprie forze ma un seme che, accolto, cresce gradualmente, a misura della specifica persona. Quando cerchiamo con semplicità di essere noi stessi nel bene che possiamo vivere con buonsenso nella luce lì è Gesù che ci sta prendendo per mano e portando sulla via della vita, verso il pieno compimento della sua parola. La sequela di Gesù, la ricerca del vero, sta dunque nel cercare di stare uniti a lui nel cuore, nelle intenzioni sincere, cercando di vivere il bene semplice e pieno di buonsenso che realmente di volta in volta possiamo, nel quale gradualmente veniamo portati dalla grazia a crescere. Dunque la domanda sul mio cammino autentico non è: ho seguito meccanicamente una regola? Né: mi sono sentito bene? Ma: ho cercato di ascoltare la luce serena e piena di buonsenso, di gradualità, che illumina il mio cuore? |