Omelia (26-05-2023) |
don Giampaolo Centofanti |
Qui si manifesta il cuore di Gesù verso ciascuno di noi e dunque la via della maturazione del cuore del pastore. La prima cosa è crescere nell'amore di Gesù stesso, metterlo sempre più al primo posto perché il pastore viva nel cuore di Cristo. Un cammino dove dal voler bene si è portati verso l'amore sponsale con Dio. La domanda ripetuta di Gesù è segno di questo colloquio di un'intera vita, un colloquio non fatto di saggi consigli ma di grazia donata da Gesù stesso. Così osserviamo il bisogno di crescere di Pietro, anche nella fiducia che Gesù gli dica parole d'amore, di grazia e non di controllo o sfiducia. Il Signore si riferisce per prima cosa, nel testo greco le sfumature di colgono meglio, ai suoi agnellini, circa i quali chiede a Pietro solo di nutrirli. È come l'amore della mamma per il neonato, che può solo essere amato, senza chiedergli nulla. Poi gli chiede di guidare al pascolo le sue pecore, poi la terza volta parla anche del nutrirle. E sempre parla dei suoi, di Gesù, agnellini, delle sue, di Gesù, pecore. Poi torna sulla sequela di Pietro. Da giovane andava dove voleva ma da anziano nella fede sarà condotto dove non vuole. Si riferisce al martirio di Pietro ma più in profondità alla ricerca intensa della volontà di Dio che sola mette sulla via di un autentico amore anche per le pecorelle. I termini usati sono neoteros, più giovane, e gerasko, diventare vecchio. Ma è sottinteso il termine presbuteros, più anziano. Quasi ad indicare che anziano non diventa in un cammino solo il prete (abbreviazione di presbitero) ma ogni cristiano che vive nella propria specifica crescita vocazionale e dunque nel proprio adeguato modo le stesse cose chieste a Pietro. |