Omelia (28-05-2023) |
don Roberto Seregni |
Lui vive in noi La Pentecoste segna un passaggio importante nella vita e nella storia della Chiesa. Lo Spirito Santo è il respiro di Dio e, se noi lo accogliamo, significa che Lui respira in noi, vive, si muove e parla in noi. La Pentecoste segna proprio questo passaggio nella vita della chiesa: non solo Dio è in mezzo a noi, ma Lui è in noi, vive in noi. Paolo lo descrive molto bene: "Non sono piú io che vivo, ma è Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Gal 2,20). Quello che è accaduto nella vicenda personale dell'Apostolo, succede nella vita della Chiesa con l'effusione dello Spirito. Vivere la Pentecoste, quindi, significa lasciar vivere Lui in me, lasciare che Lui prenda possesso della mia vita. Ed è quello che è successo agli apostoli: appena lo Spirito Santo è disceso su di loro, escono dal cenacolo parlando lingue nuove, raccontando le grandi opere di Dio. Mi piace sottolineare che il primo segno dello Spirito è l'universalità. La chiesa nasce per il mondo, per schizzare fuori dai cenacoli nei quali ci siamo rinchiusi e percorrere le vie del mondo e annunciare che vivere con Lui, o senza di Lui, non è per niente la stessa cosa. La chiesa è sale, lievito, luce e seme che si deve mischiare con il mondo, che deve amare il mondo, come Dio che tanto amò il mondo da dare il suo figlio (Gv 3,16). don Roberto Seregni |