Omelia (08-01-2006)
LaParrocchia.it
Signore, dammi di quest'acqua

Tutta la vita cristiana altro non è che un'esperienza di assimilazione e conformazione a Gesù Cristo. Occorre diventare come Lui... proprio perché Lui ci ha dato il suo Spirito e ci ha resi partecipi del suo mistero di amore e di servizio.
La Colletta di oggi, infatti, ci invita a chiedere al Signore di 'essere interiormente rinnovati ad immagine del Figlio suo Gesù': è come se fossimo invitati a battezzarci continuamente, a tuffarci cioè nell'acqua della Grazia affinché la nostra vita possa risorgere in Cristo e ritornare sempre nuova.
Al di là di ogni ipocrita confidenza, solo ora riesco a capire la risposta di un confessore di fronte a me, penitente incallito, che chiedevo quale strada intraprendere per 'estirpare' le mie fragilità. Risposta secca: confessati ancora, e poi ancora e poi nuovamente; riceverai la Grazia. Solo così 'la nostra carne mortale' potrà rinnovarsi 'interiormente'!

Attingere da Dio. Dà l'idea di un mercato, oggi, la I lettura. Di quei mercati tipici della cultura orientale, in cui affluiscono tutti: ricchi e poveri, sazi e mendicanti, possidenti e nullatenenti.
L'originalità di questo mercato - che è la mensa della misericordia e della tenerezza di Dio - è che si ascoltano parole inusuali, difficilmente percepibili sulle piazze interessate ed egoistiche della nostra cultura: gratuità, ugualmente invitati, tutti comprate e mangiate. Ci sono vino e latte per tutti; cose buone e cibi succulenti a iosa.
Chi sarà mai che offre gratuitamente il suo cibo per tutti? Chi sarà mai capace di sfamare la fame dell'umanità assetata e senza denaro?
Dio è la sazietà degli uomini. E li sazia della sua Parola di vita, capace di spandersi sul mondo e di 'non ritornare a Lui senza aver operato ciò per cui era stata mandatà.
Quali saranno mai i beni che Dio promette agli uomini? C'è da riscoprire il senso della redenzione che non può essere assolutamente ridotta ad una risposta puramente materiale dei bisogni umani, ma che, al contrario, tocca le corde più profonde del cuore dell'uomo.
Non di rado, infatti, noi uomini ci allontaniamo da Dio quando ci accorgiamo che quanto da noi richiesto in termini troppo materiali non ci viene concesso. Ma Dio vuole darci solo il 'latte' della forza interiore e il 'vino' della consolazione dello Spirito. Come con Gesù!!!

I testimoni di Gesù Cristo. Non è facile, oggi, parlare di Gesù. Mille riduzionismi e altrettante banalizzazioni vogliono fare di Gesù una specie di supereroe, l'uforobot delle situazioni difficili; mentre non ci accorgiamo che Egli è altro.
'Lo Spirito, l'acqua e il sangue' testimoniano per Lui. Lo Spirito che, al Giordano, ha dato conferma della sua figliolanza divina ed è stato effuso sulla Chiesa nascente; l'acqua, che ci ricorda il dono della Grazia che ci libera; il Sangue, che fa di Lui il 'donato' per eccellenza nel mistero dell'Eucaristia e della Croce.
Vi è una catechesi battesimale così densa, ma altrettanto significativa nelle parole dell'Apostolo Giovanni. A noi compete una semplice risposta - che è quella che vince il mondo -: è la risposta della fede. La fede di chi ha deciso di aderire all'avvenimento cristiano!

Chi sei, Gesù? Tutta la liturgia della Parola, oggi, è concentrata a riflettere sul mistero di Cristo. C'è da chiedersi - e non sono mai sufficienti le risposte! - continuamente chi sia Gesù di Nazareth, il Messia atteso.
E c'è da chiederlo perché ci sorprende l'intimità esistente tra Gesù e il Padre a motivo di quel pronome 'tu' che nasconde una confidenza inaudita.
Come c'è da chiedersi le ragioni del silenzio di Gesù - come registra l'evangelista Marco - che viene battezzato da Giovanni al Giordano: sembra un gesto così determinato di solidarietà e di condivisione della vicenda umana lascia sorpresi tutti. Non meritava, infatti, Gesù il battesimo di Giovanni, ma lo ha scelto per indicare quanto si fosse immerso (incarnato) nella storia degli uomini.
Nasconde tutto ciò una sana pedagogia che insegna a noi, uomini perbenisti, che è possibile costruire la città degli uomini quanto più si è capaci - come annotava Paolo VI - di 'conoscere il male, ma solo per evitarlo'.
A noi manca questo 'giocò di coinvolgimento. C'è un puritanesimo che sa di banalizzazione del mistero del cuore dell'uomo e c'è, allo stesso modo, un moralismo dilagante che fa della redenzione un mero sforzo volontaristico o, ancora peggio, una sorta di distacco dalla storia.
Vivere è condividere e poter redimere è aver condiviso spesso.