Omelia (08-06-2023)
don Giampaolo Centofanti


Questo scriba non è lontano dal regno di Dio: chiede quale sia il primo dei comandamenti, ossia non ha imparato una serie di regolette meccaniche ma cerca la chiave del discernimento. Al tempo stesso chiama Gesù Maestro, ossia con rispetto ma non con fede, non lo chiama Signore; sottilmente descrive l'uomo in modo diverso da Gesù. Gesù parla di cuore e poi lo specifica come coscienza spirituale e psicofisica (tutto il cuore: anima, mente, forze). Lo scriba invece parla di cuore, intelligenza e forze, descrive una persona umana più intellettualizzata. Queste sfumature decisive possono venire sintetizzate dal fatto che Gesù premette ai comandamenti il decisivo: Ascolta, Israele! Non riflessioni in proprio ma il lasciarsi portare dalla Luce infusa nel cuore da Dio. L'ascolto nella fede, nella fiducia, di Dio ed in lui di ogni persona. L'accogliere tutto in qualche modo come grazia. Quell'uomo è una persona in sincero cammino, che ha maturato che l'amore non è una mera osservanza ritualistica.

Vediamo dunque che anche il nostro ascolto di Gesù si può fare sempre più profondo. Seguendolo vissutamente siamo portati in un discernimento tendenzialmente sempre rinnovato, sempre più imparando dal concreto discernere divino e umano di Gesù, sempre più profondamente tornando al Gesù dei vangeli e non a un Gesù dato per scontato. Intuiamo sempre più di venire portati nell'affascinante mistero del suo amore liberante, rasserenante, scioglitore di nodi, apertore di strade sempre nuove. Le persone quando cominciavano per grazia a lasciarsi portare da Gesù gradualmente sperimentavano una nuova fiducia anche in sé stesse, un cuore che si apriva con delicatezza ad una nuova vita, liberata da ferite, paure, schemi...

Persino Gesù cresceva in età, sapienza e grazia. Dunque la fiducia del cristiano anche in se stesso non è quella di aver capito tutto. Sarebbe una fiducia fasulla che irrigidisce in mille paure. Ma invece è la fiducia di aver ricevuto il dono di essere posto sulla via di una crescita liberante e vivificante. È normale il bisogno di crescere, la svolta è aver trovato la via.