Omelia (13-01-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Marco 1,21-28 Dalla Parola del giorno Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: Che c'entri con noi Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio. Come vivere questa Parola? E' interessante il contesto di questo improvviso prorompere delle forze del male. Gesù ha appena terminato di offrire il suo insegnamento. Da notare: un insegnamento improntato a un'autorevolezza che gli scribi (potremmo dire: i teologi di quel tempo) erano ben lontani dall'avere ed esprimere. Quelli che lo ascoltavano "erano stupiti", dice il testo conciso e stringatissimo secondo lo stile dell'evangelista Marco. Significa dunque che intorno a Gesù si era creato un alone insolito. "La gente – dice altrove il Vangelo – pendeva letteralmente dalle sue parole". E quelle Parole erano – come dirà Lui stesso – "Spirito e Vita": una forza dunque che debella la morte, l'aquiescienza al male. E' dunque dentro questa rarefatta atmosfera di stupore che prende corpo, cioè esplode con virulenza la reazione dello spirito del male: "Che c'entri con noi Gesù Nazareno?". C'è infatti totale incompatibilità tra Gesù e il Maligno. Perché di esso si tratta! Ancora oggi egli grida: "Sei venuto a rovinarci". Ci dà conforto questa affermazione. Se anzitutto siamo realisti nell'ammettere che il male è una realtà personale. E siamo inoltre attenti nel cogliere le astute strategie: dentro la nostra storia e quella della società in cui viviamo. Non è il caso di allarmarci. Il demonio esiste e opera. Soprattutto là dove se ne mette in dubbio l'esistenza, collocandolo tra i miti del cosiddetto "oscurantismo mediovale". Però Dio è infinitamente più potente di lui. E lo ha già vinto proprio in forza di Gesù.. Con la sua morte e risurrezione satana ha perso la guerra. Perché Dio vuole che in Gesù tutti siano salvi. Tutti quelli – appunto! – che si lasciano salvare. Come? Con l'ascolto della Parola di Cristo interiorizzata e vissuta dentro una quotidianità consolata, redenta e vivificata dalla grazia salvifica dei sacramenti e della nostra unione di mente e di cuore con Lui. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermerò con pace a considerare la presenza di satana. Anch'essa può servirmi a salvezza, se mi vedrà vigile e orante. Signore Gesù, per la tua morte e resurrezione, satana ha già perso la guerra. Non permettere che, con la mia negligenza e dissipazione, io gli lasci vincere qualche battaglia. Rendimi vigilante e attento con te, a compiere solo ciò che vuole il Padre. La voce di un vescovo del nostro tempo Il discepolo è colui che viene liberato dall'Amore per servire Cristo nei fratelli. Mons. Francesco Lambiasi |