Omelia (14-01-2004)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su 1Sam 3,19

Dalla Parola del giorno
Samuele acquistò autorità poiché il Signore era con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. (1Sam 3,19)

Come vivere questa Parola?
Dio chiama il giovane Samuele in un momento cruciale della storia di Israele: è tempo di sfacelo e di afflizione. In risposta all'alleanza tradita, "la Parola del Signore si era fatta rara in quei giorni" e il popolo, immerso nell'empietà, non era più in grado di percepire la Sua presenza come nell'esodo, quando Dio si era manifestato "con mano potente e braccio teso". Presto la casa di Eli sarebbe andata in rovina e i Filistei avrebbero sottratto l'arca di Dio e con essa – è l'amaro commento di una donna del popolo - "se n'è andata lontano la sua gloria" (4,22). E' in questo frangente che d'improvviso, contro ogni aspettativa, nel cuore della notte, tempo privilegiato di rivelazione e d'intimità, Dio prende l'iniziativa e la sua parola risuona potente per affidare a questo fanciullo "amato" (Sir 46,13) il compito di risvegliare la speranza: Dio non abbandonerà mai Israele, nonostante la sua infedeltà.
Ma perché inaspettatamente Dio interviene ed imprime una nuova direzione agli avvenimenti? Di certo, perché "eterna è la sua misericordia". Ma è pur vero che ciò è stato reso possibile dalla docilità di Samuele "che non lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole". A motivo di un'obbedienza perfetta e irreprensibile, dunque. Adempiuta con prontezza, sempre di buon animo, con gli orecchi tesi ad ogni sua chiamata, per amore, come specifica san Benedetto nella sua Regola. Ecco allora il pungolo dell'ardente desiderio che la Parola odierna vuole istillarci: coltiva la sollecitudine e lo zelo per il Signore senza rimandi né scorciatoie, assumendo il giogo dell'obbedienza e della mitezza arrendevole come imprescindibili coordinate spirituali che ti situano nella sua volontà salvifica.

Oggi nella mia pausa contemplativa, docile, aprirò il cuore accogliendo volentieri la Sua Parola per trovare in essa il coraggio e la forza di metterla in pratica con vigore. Attraverso la fatica laboriosa dell'obbedienza, rinunziando alla mia volontà come scelta oculata d'amore e di tenerezza, percepirò la visita di Dio che rende luminosi i miei giorni rivestendomi di salvezza. Questa la mia preghiera:

Spalanca i miei occhi alla Tua luce, Signore, perché io veda ciò che più ti è gradito e aderisca a Te nella fedeltà alla Parola che irrompe nel mio presente trasfigurandolo, a Tua gloria.

La voce di un profeta del nostro tempo
Talora sembra che i cristiani abbiano vergogna del Vangelo, non siano consenzienti con la Parola di S. Paolo: "Io non mi vergogno del Vangelo, poiché è potenza di Dio".
Card. Carlo Maria Martini