Omelia (19-01-2004)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su 1Sam 15,19

Dalla parola del giorno
Samuele disse a Saul: "Perché non hai ascoltato la voce del Signore e ti sei attaccato al bottino e hai fatto il male agli occhi del Signore?".

Come vivere questa Parola?
I rapporti tra Samuele e il re Saul si fanno sempre più difficili. I ripetuti tradimenti del re e la sua disobbedienza ai comandi di Dio turbano Samuele. A lungo questi piangerà per lui, perché il Signore si era pentito di averlo fatto regnare. Per Saul invece comincia il tempo doloroso del silenzio di Dio. E' ancora re, di nome e di fatto, ma non più di diritto perché – gli dirà Samuele al colmo dell'amarezza - "tu hai rigettato la parola del Signore, ed egli ha strappato da te il regno d'Israele e l'ha dato ad un altro migliore di te" (vv. 26-28). Intanto la campagna militare contro gli Amaleciti, caldeggiata dallo stesso Samuele come una vera e propria guerra santa poiché questo popolo si era mostrato ostile ad Israele durante il tempo dell'esodo, rivela per l'ennesima volta la disobbedienza di Saul che facendo di testa sua in merito alla spartizione del bottino, si era arrogato il diritto di interpretare arbitrariamente la volontà del Signore. Il suo cuore – come denuncerà con dolorosa franchezza Samuele - si è pietrificato nell'avidità, nel calcolo e nell'amor proprio. Perciò in esso non può assolutamente nidificare la docilità dell'amore semplice che per fede e senza ambiguità crede che "obbedire è meglio del sacrificio".
Proprio così: sacrificare e più ancora sacrificarsi disobbedendo è la forma più subdola di idolatria perché l'offerta che non corrisponde al volere del Signore è distorta affermazione di se stessi e della propria volontà, ricercata e adorata come un Dio. Obbedire non significa infatti imbastire un'interpretazione personale privata di ciò che Dio vuole, ma eseguire i suoi comandi nel modo in cui Lui via via li manifesta attraverso i canali ordinari della reciproca sottomissione e del discernimento.

Oggi nella mia pausa contemplativa scruterò le pieghe del mio cuore profondo per discernere, alla luce della Parola, la volontà di Dio che si fa luce ai miei passi. Con docilità ascolterò al contempo anche colui o colei che mi accompagna servendomi nel ruolo di mediazione con Dio, come Samuele per Saul. Pregherò:

Donami, Signore di ascoltare Te cercare Te e adorare Te rivolgendo mite il cuore alla Tua Parola, libero dall'asservimento dell'ego e lieto d'essere sacrificio di lode a Te nell'obbedienza incondizionata, e perciò finalmente immune dal veleno mortifiero dell'avidità, del calcolo e dell'amor proprio.

La voce di un mistico e dottore della Chiesa
Queste sono le cose più gradite a Dio: la misericordia, l'umiltà, la confessione, la pace, la carità. Sono queste le cose che dobbiamo portare con noi e allora attenderemo con sicurezza la venuta del Signore.
Sant'Agostino