Omelia (21-01-2004)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su 1Sam 17,45

Dalla Parola del giorno
Davide rispose al Filisteo (Golia) che avanzava passo passo: "Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli Eserciti".

Come vivere questa Parola?
Ancora una guerra fa da scenario alla storia drammatica del regno di Saul. Israele si muove contro i Filistei invasori. Sono l'uno dinanzi all'altro ma nessuno dei due contendenti si decide ad attaccare. Finalmente i Filistei lanciano una sfida: un duello frontale tra un loro 'campioné e un prode d'Israele. Golia, il gigante, combatterà per loro, e spavaldamente avanza già verso l'accampamento nemico facendo leva sulla sua forza per aprire le ostilità e impugnando l'arma dello scherno sprezzante. Le truppe di Israele sono terrorizzate: chi mai potrà fronteggiare un uomo così forte? Il vecchio re Saul è nell'angoscia: "lo Spirito del Signore si era ritirato da lui" (v.37), per questo non trova più soluzioni. Con diffidente disincanto accoglie l'offerta del giovane Davide che, risoluto, chiede di potersi battere con Golia. Una sfida già persa in partenza, agli occhi del vecchio re che vede le cose secondo un'ottica ormai è del tutto umana. Una vittoria già in tasca, per il giovane pastore che sa di poter contare sul Signore. Con forza dirà al nemico: "Tu vieni a me con la spada, io vengo a te nel nome del Signore. Il Signore ti farà cadere nelle mie mani,...egli non salva per mezzo della spada poiché è l'arbitro della lotta".
E' Lui, insomma, che decide le sorti dei popoli e delle guerre. E lo dimostrerà conducendo alla vittoria il giovane pastore che con una comunissima fionda abbatterà l'imponenza arrogante del nemico. Come a dire: Dio è più forte delle trame dei potenti e manifesta la sua potenza servendosi della nostra inadeguatezza.
Non è forse vero che anche noi tante volte abbiamo sperimentato come la potenza del Signore si manifesti pienamente nella nostra debolezza sino al punto da poter affermare con l'apostolo Paolo che quando siamo deboli, è allora che siamo forti ( cfr. 2Cor 12,10)? Certo, la chiave che c'introduce in questo mistero è la fiducia, la certezza che "il nostro Dio combatterà per noi" (Nm 4,14).

Oggi nella mia pausa contemplativa, simbolicamente, prenderò anch'io in mano una fionda e dei sassi per abbattere, con la forza che mi viene da Dio, ogni resistenza che in me si oppone al suo amore. Fisserò con coraggio i miei nemici interiori sussurrando a fior di labbra, in preghiera:

Tu vieni a me con la spada, io vengo a te nel nome del Signore!

La voce di un Uomo spirituale del nostro tempo
Mi ci è voluto molto tempo per scoprire e accettare che ero abitato da un "mito": quello della possibilità di accedere a Dio con le mie sole forze. Non ero animato da un zelo spirituale reale? Ma un mito che, sotto le sembianze del bene, rischia di far sì che si manchi l'essenziale.
André Louf