Omelia (24-01-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 2Sam 1,11 Dalla Parola del giorno Davide afferrò le sue vesti e le stracciò; così fecero tutti gli uomini che erano con lui. Come vivere questa Parola? Il brano del secondo libro di Samuele che oggi ci viene proposto, narra la morte di Saul e del figlio Gionata. La notizia viene riferita a Davide, che tanto era stato perseguitato dal sospettoso re. Ci attenderemmo un sospiro di liberazione, al più un gesto di generoso perdono. Ma no! Davide piange la loro morte come quella di due carissimi amici. Al di là della sua vicenda personale, egli riesce a vedere la grandezza di quest'uomo. Certo, ne conosce i pesanti limiti, ma questo non gli impedisce di riconoscerne l'indubbia grandezza, il segno di quell'unzione divina che ne ha fatto l'eletto del Signore. Ogni visione unilaterale finisce con l'essere ingiusta e prima o poi mina le relazioni. È quanto documenta anche la tormentata storia della Chiesa. All'origine e al perpetuarsi delle attuali divisioni c'è una mancanza di dialogo o un'impostazione errata di esso. Un puntare il dito. Un attendere che l'altro riconosca il proprio errore e si converta. Ombre reali dall'una e dall'altra parte che assolutizzate hanno offuscato l'orizzonte. Saul, pur nei suoi madornali errori, resta per Davide l'unto del Signore. La Chiesa di Cristo, sia pur nello scandalo delle sue divisioni, reca in sé l'impronta dello Spirito che si rifrange in tutti i suoi frammenti. Ed è questo Spirito che ci urge dentro, ci spinge verso l'unità. È questo Spirito che ci chiede di purificare la memoria e di guardare al molto bene che è presente nelle varie confessioni cristiane. Non si tratta di ignorare i nodi ancora da sciogliere, scadendo in forme poco equilibrate di irenismo, ma di riconoscere innanzitutto il molto che già ci unisce. Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a considerare il mio modo di gestire le difficoltà relazionali, nella convinzione che l'unità comincia in casa mia. La purificazione della memoria riguarda innanzitutto le mie relazioni con chi mi vive accanto per poi estendersi a cerchi concentrici al discorso ecumenico. Con il movimento ecumenico pregherò: Signore, noi uniamo le nostre preghiere affinché venga il tuo regno. Noi attendiamo trepidanti il giorno glorioso della rivelazione di Cristo quando il regno delle lacrime e della morte finirà e il tuo regno di pace, giustizia e amore sarà istaurato per sempre. La voce del movimento ecumenico L'attesa della gloriosa rivelazione di Cristo è un'opportunità per la testimonianza e la missione, l'amore e la pace, l'unità e la riconciliazione. È un'occasione per condividere e incoraggiarci vicendevolmente. Così l'ardente speranza dei nostri cuori diventerà visibile e credibile: la vittoria della pace di Dio e la vittoria del suo amore saranno manifeste. |