Omelia (31-01-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Chi è dunque costui, a cui anche il vento e il mare obbediscono?. Come vivere questa Parola? Quando, lasciata la folla, Gesù decise di "passare all'altra riva" del lago di Tiberiade, i discepoli "lo presero con sé nella barca". Ma ecco che si sollevò una gran tempesta. Lui, il Signore, se ne stava a poppa addormentato. Plastica la scena, con quel particolare del "cuscino" messo lì dall'evangelista a sottolineare il contrasto: lui, il Signore, abbandonato alla sovrana calma del sonno, mentre i suoi sono talmente agitati da gridargli; "Non t'importa che periamo?". Il racconto procede incisivo. "Destatosi, Gesù sgridò il vento e disse al mare: "Taci, calmati! E si fece gran bonaccia". Ma Gesù non risparmia ai suoi la riprensione: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede? Ed è subito dopo l'interrogativo che si apre il varco nei cuori: "Chi è dunque Costui che fa tali cose?". C'è una correlazione stretta tra paura – poca fede e necessità che esploda l'interrogativo circa Gesù. Così è stato allora. Ma così bisogna che avvenga anche dentro la nostra vita. Proprio al centro del cuore, là dove avvertiamo turbamento e paura per certe vicissitudini del nostro vivere, là dove lealmente facciamo chiarezza su una fede sonnolenta, abitudinaria, che poco incide sulla qualità della vita, bisogna che insorga in noi l'interrogativo: "Chi è per me Gesù?". Vengo sempre più scoprendo la potenza umano-divina della sua Persona, con tutte le conseguenze del caso? Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi farò aiutare da S. Giovanni Bosco, l'apostolo dei giovani, a risvegliare (e dunque a ringiovanire) il cuore nella percezione di una fede rinnovata e profonda circa la Persona di Cristo Gesù. E pregherò: Signore Gesù, siimi veramente Salvatore! Tu che hai fatto tacere i venti e hai calmato il mare, salvami da tanti turbamenti della mia psiche e da inutili contorsioni della mente e del cuore che si avventurano in bramosie e desideri lontani da quel che vuole per me il Padre. Gesù, siimi Signore e Salvatore" La voce di un monaco Afferma la Katha-upanisad: "Come si lascia percepire, se non dicendo di lui: egli è?". Per capire meglio occorre precisare che non si tratta di unione trasformante, ma di risveglio trasformante, del passaggio dello stato di sogno allo stato di veglia, dallo stato di chi sogna allo stato di chi è risvegliato. Henri Le Saux |