Omelia (08-01-2006) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Con la liturgia di oggi si chiude il tempo di Natale, il tempo che ricorda in modo particolarmente intenso, con segni, gesti, parole, simboli la venuta del Signore Gesù, l'incarnazione del Verbo di Dio. Tra i segni il tempio, la chiesa di pietra, particolarmente sfavillante di luci vuol ricordare la luce porta da Gesù in un mondo che immerso nelle tenebre dell'errore e dell'ignoranza, non conosce il vero senso della vita, lo scopo verso cui cammina, anche se accompagnato da tante ricerche e scoperte, progressi scientifici e tecnici, sempre buoni se non si avviluppano su loro stessi. Infatti tutto è buono se utile a far capire all'uomo la grandezza-bellezza del creato, se adempie senza superbia l'invito del creatore a custodire e coltivare i beni che gli sono stati dati in dono e che, quindi, non si è procurato da solo. La liturgia nel periodo natalizio ricorda e rinvia molte volte alla luce che scende dall'alto. Dalla luce del sole che comincia a crescere, fino alla luce di una stella che guida il cammino dei popoli lontani alla capanna della natività. San Giovanni evangelista che ha ben capito il significato dei segni e del messaggio scrive: " Dio è luce e in Lui non ci sono tenebre". (1Gv 1,5) Gesù è sceso a portare la luce a quanti credono in Lui e si pongono in comunione con Lui. Si è in comunione con Gesù e si porta luce quando le azioni che si compiono possono essere viste da tutti, nulla è nascosto, la "verità" dei comportamenti, verità esterna e interiore; molte volte le "buone azioni" esteriori non corrispondono alla vera bontà interiore. Se gli uomini potessero vedere la vera finalità di certe "opere buone" ne rimarrebbero scandalizzati. Dio vede la sincerità del cuore, apprezza e gioisce quando religiosità, partecipazione a liturgie, elemosina, carità verso Dio e gli uomini sono splendenti di luce vera, purificata da ogni peccato di formalismo, di opportunismo, di convenienza, sono amore gratuito. Essere luce in chiesa-comunità-mondo è farsi simile alla candela che è posta sull'altare, è modesta realtà a confronto delle mille lampadine accese nella chiesa e negli addobbi natalizi, ma essa si consuma per dare la sua piccola luce, il suo piccolo calore ad una umanità che ha perduto il senso del "dono gratuito". La candela da del suo fino alla fine. Non si fa vanto, non insuperbisce, perché il lieve filo di fumo nero del peccato è sempre presente ma neppure si demoralizza e rinuncia al suo modesto servizio, ha fede nella misericordia del Padre. ...E SI SENTI' UNA VOCE DAL CIELO: TU SEI IL FIGLIO MIO PREDILETTO, IN TE MI SONO COMPIACIUTO...(Mc 1,11) Il battesimo di Gesù, è il simbolo più alto, più luminoso che l'Amore di Dio potesse inviare agli uomini di tutte le epoche, età, usi, razze, costumi. L'amore trinitario, il Padre, lo Spirito, il Verbo sono presenti nelle acque del Giordano e si uniscono nell'atto del battesimo. Gesù, immune dal peccato, non aveva bisogno del battesimo, del lavacro, ma la Sua azione può servire a battezzare il Giordano (tutte le acque) che battezza tutti gli uomini. Cielo, terra, divinità, umanità convergono in quel momento in Gesù, e convocano a quella unione tutti gli uomini che verranno, l'umanità salvata. Tutti gli uomini vivono nel costante amore del Padre, che si compiace di ciascuno di loro quando, con Gesù operano amore. Il ricordo del battesimo di Gesù e del proprio, personale, ravviva in ciascuno la relazione d'amore filiale e fa comprendere la gioia che si può dare al Padre con un comportamento virtuoso. Troppe volte si ammonisce per il dolore che si arreca al Padre con i peccati, per i castighi che Dio può inviare per il male compiuto, la festività odierna apre alla gioia, la vita non è un susseguirsi di peccati da scontare ma è una partecipazione alla vittoria sul male che Gesù ha realizzato compiendo la volontà del Padre. Il Padre gioisce per la risposta d'amore del Figlio e dei figli perché con lo Spirito inviato nel giorno del battesimo ha posto tutto il Suo amore nel cuore di ogni uomo e attende che, come ogni buon seme, porti buon frutto. E' nella vita pubblica che il seme dell'amore deve germogliare, nella famiglia, nella società, nella economia, è in tali realtà che il battezzato deve dimostrare di essersi "lavato" da tutte le miserie egoistiche e di aver aperto il cuore puro agli altri. Gesù, quale messaggero (Is 40,3) apre la strada agli uomini che Dio ama e che ciascuno con la buona volontà deve percorrere. Non sono i lavacri esterni, gli atti formali, che fanno salire verso il Padre, ma gli atti, i comportamenti virtuosi in unità di spirito e corpo, interiorità ed esteriorità abbracciano, solo così i cieli si aprono (si squarciano) lo Spirito scende e gli uomini ormai liberi possono salire. ...SE AMIAMO DIO E NE OSSERVIAMO I COMANDAMENTI...(1 Gv 5,2) Non si può amare Dio solo a parole. Preghiere, orazioni, litanie, rosari, sono utili, si può dire indispensabili, per chiedere e invocare con umiltà il Signore perché trasformi ogni uomo in Suo devoto servitore. La preghiera prepara al servizio, è domanda per riuscire a capire bene che cosa è richiesto a ciascuno, quale è la sua vocazione – chiamata. Molte, molteplici sono le vocazioni e i servizi da compiere, ma in tutte una cosa sola chiede il Signore: " Ama come Io amo". Quando si ama nessun comandamento, nessun impegno è gravoso. Con il battesimo di Gesù Dio rigenera, ricrea il nuovo Adamo. Avere fede in tale rigenerazione da la certezza di avere la forza di vincere il male, il mondo che si crede autosufficiente, autonomo e relativizza ogni sentimento di fratellanza e di reciprocità. Nel battesimo con Gesù si è immersi nell'acqua e nel Suo sangue che dona una forza invincibile, e dona la capacità di agire bene. ...GRIDATE GIULIVI ED ESULTATE ABITANTI DI SION PERCHE' GRANDE IN MEZZO A VOI E' IL SANTO DI ISRAELE...(Is 12,6) Israele, il mondo intero. La pecorella, proprietà esclusiva e prediletta, (segulà) Israele, del primo testamento, diventa nel nuovo testamento il mondo intero. Il Santo è al centro della salvezza di tutti gli uomini i quali possono alzare alto il loro canto di gioia. Tutti i timori svaniscono, la gioia pervade gli animi e consente di vedere e gustare quanto è buono il Signore, e quante meraviglie dona con magnanimità infinita. ....COSI' SARA' DELLA PAROLA USCITA DALLA MIA BOCCA NON RITORNERA' A ME SENZA EFFETTO, SENZA AVER OPERATO CIO' CHE DESIDERO E SENZA AVER COMPIUTO CIO' PER CUI L'HO MANDATA...( Is 55,1) "Assetati". E' proprio dell'uomo desiderare il bene, la gioia e la felicità, molte volte cerca in modo sbagliato, nei tempi sbagliati, cose sbagliate. Si consumano soldi, tempo, energie, inutilmente, varie sono le ambizioni degli uomini, il Signore offre gratuitamente, ciò che è bene e rende felici. La Parola, il Verbo, Gesù che Lui ha mandato sulla terra istruisce, dona e consola. Anche se può sembrare che ciò che si ha non corrisponda ai propri pensieri, alle proprie vie, al Parola di Dio conduce con benignità e misericordia alla vera felicità senza fine. REVISIONE DI VITA 1. Come vivo il mio battesimo? Penso mai di averlo ricevuto? 2. Quale aiuto penso di ricevere dalla Grazia di Dio? 3. Sono capace di scorgere, vedere, capire le meraviglie di Dio? 4. Fare del bene agli altri può essere fonte di felicità? Commento a cura di Michele Colella |