Omelia (15-07-2023) |
don Giampaolo Centofanti |
È una grazia sentire il bisogno di farsi aiutare nella crescita, da tutti e da qualcuno in particolare. Tale bisogno scaturisce nel profondo dall'intuizione di entrare in un mistero sconfinato, spirituale, umano, materiale. Senza tale intuizione è evidente che non si può percepire più di tanto la necessità suddetta e anche se si parla con qualcuno si pensa di poterne fare a meno. Senza la grazia in genere ci si appoggia poco agli altri se non per bisogni contingenti. Si può poi dare il caso di persone che si pongono in atteggiamento di insegnare agli altri senza mai essersi fatte davvero aiutare. Il motivo di fondo è spesso una sfiducia profonda, talora quasi inconsapevole, nell'amore altrui. Si dà perché ci si mette in una condizione di superiorità, di falsa sicurezza, mentre non ci si espone davvero a ricevere. La grazia insegna a ricevere: stendi la mano, dice Gesù all'uomo dalla mano significativamente detta inaridita. Lo Spirito dona di ricevere prima di tutto e poi anche di dare. Allora si entra nel vero ascolto di sé stessi, delle proprie ferite, paure, dei doni ricevuti e di qui anche degli altri. La persona che insegna, dà, senza ricevere prima, vive di formalismi. Per questo come sempre anche qui Gesù va al nocciolo del problema e la sua parola è un seme di grazia: non abbiate paura. Solo la scoperta dell'amore meraviglioso di Dio libera dalle paure e apre sempre più il cuore portando tutto in una luce serena, fiduciosa. |