Omelia (07-01-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1Gv 3,23 Dalla Parola del giorno Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Come vivere questa Parola? La prima lettera di Giovanni forma l'ordito costante della prima lettura in questi giorni del tempo di Natale. Scritta per controbattere l'eresia serpeggiante già alla fine del primo secolo che non riconosceva in Gesù il Verbo incarnato, è quanto mai attuale per noi. Si tratta di coglierne tutta la forza esplosiva in quella sintesi di verità evangeliche proposte dall'autore sacro non certamente solo per il suo tempo, ma anche per noi che viviamo nelle nebbie di tante confusioni e indebolimento nel pensiero e nella prassi. Una sintesi splendente è proprio questa: il comandamento è credere, il comandamento è amare. Come dire: ciò che Dio vuole da noi è che il nostro credere "nel nome del Figlio Suo Gesù" diventi operante nello scambievole amore. Attenzione a quel "nel nome" che significa: nella potenza della Persona di Gesù. Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosto a interiorizzare il mistero del Verbo Incarnato. Lo interiorizzo contemplando Gesù Bambino e chiedo a Lui un salto di qualità nella mia fede. O, Signore, proprio perché credo al tuo amore e alla forza operante del tuo essere Salvatore, ti prego, fa' che la mia fede diventi operante in pensieri atteggiamenti e gesti di carità. La voce di un Padre della Chiesa Come potrebbe l'uomo andare a Dio, se Dio non fosse venuto all'uomo? Come si libererebbe l'uomo della sua nascita di morte se non fosse rigenerato nella fede con una nuova nascita, data generosamente da Dio mediante quella che avvenne nel seno della Vergine? Ireneo di Lione |