Omelia (10-01-2006)
Monaci Benedettini Silvestrini
Il potere sui demoni e' segno della presenza del regno di Dio

La presenza dell'Emmanuele è la presenza del regno di Dio poiché Cristo è il regno di Dio. Questa sua presenza incuta paura e desta preoccupazione per lo spirito immondo che dichiara: «sei venuto a rovinarci?». Tutte le creature sono pieni della sua grazia. Egli è venuto per liberare l'uomo posseduto da questi spiriti immondi. Il suo potere prevale su quello dello spirito immondo e lo scaccia tramite la parola che è efficace, autorevole e più forte delle potenze del male. Non vuole creare un dialogo con lui e non si lascia prendere dalla falsa riconoscenza di questo spirito immondo: Io so che tu sei il Santo di Dio. La presenza di Gesù Cristo è già una rovina e l'instaurazione del regno di Dio sulla terra è una dispersione e una vittoria sul male. Su di noi che ascoltiamo la sua parola e la mettiamo in pratica, lo spirito immondo non può prevalere perché lo Spirito Santo opera in noi. Se egli opera in noi e la sua parola è in noi, lo spirito immondo non trova posto in noi. Dove Dio è o viene accolto, lo spirito immondo non trova posto e dove il regno dei cieli è instaurato e ha posto le basi, il regno di satana non può porre le radici. Chi accoglie la parola di Dio accoglie Cristo e non è più sotto il dominio dello spirito immondo, del male. Lo «spirito immondo» sono le nostre abitudini contrarie alla parola accolta, a Cristo. Accogliere Cristo, mette in discussione tutto se stesso richiede un cambiamento. I santi di cui celebriamo la memoria sono degli esempi. San Pietro Orseolo accettò di mettersi in discussione e non volle conservare le proprie abitudini mondane quando entrò nel monastero per condurre una vita austera nella preghiera e nella penitenza. Egli ha accolto la parola perché Cristo è la sua salvezza. Come lo fece anche sant' Aldo che s'immerse nella compagnia di Dio e in presenza di Dio per vivere con Dio e star quieto dominando le passioni e il tumulto del mondo. Così anche san Gregorio di Nissa che era animato da un desiderio della vision di Dio e propenso verso il futuro per giungere al premio, dimenticando il passato. Egli vuole essere sempre in amicizia con Dio poiché essere lontano da essa, è un terribile male.