Omelia (18-08-2023)
don Giampaolo Centofanti


Il riferimento è l'unione legittima, quella voluta da Dio. Possono darsi matrimoni anche vissuti a modo proprio sinceramente ma magari per usanza diffusa e non maturati e portati avanti in un autentico cammino di fede. Come può una persona promettere che starà con il coniuge per tutta la vita? Il matrimonio è una rivelazione divina, è sulla parola, sulla chiamata, di Dio che si possono gettare le reti. Se è Dio a chiamare allora è nella fiducia in lui che ci si promette amore fino alla fine. Senza questa grazia Gesù spiega che Mosè non ha potuto fare altro che ammettere il ripudio, non è una mera legge che può tenere unita per tutta la vita una coppia.
Allo stesso modo il celibato per il regno dei cieli può essere anch'esso solo una chiamata di Dio. La traduzione solo alcuni lo capiscono non mi pare corretta anche perché tenderebbe a presentare come superiore il celibato. Invece Gesù dice non tutti ricevono questa parola. Il punto non è una fasulla convenienza che distorce l'umano ma la vocazione della specifica persona. Vocazione vuol dire essere amati ed amare. Non magari evitare disturbi...