Omelia (29-08-2023)
don Giampaolo Centofanti


La vita di Erode stimola molte riflessioni. Aveva ricevuto potenti semi di grazia, il brano odierno lo dice chiaramente. Ma cosa fa la grazia in tanti casi? Orienta ad un andare oltre un un percorso che aprirà nuovi orizzonti di vita, esperienze di resurrezione con ogni bene. Dunque non sempre si sperimenta immediatamente chissà che cosa ma si intuisce un percorso di liberazione e di pienezza di vita. Anche quando si sperimentano subito grandi grazie esse sempre aprono ad un cammino pieno di altri potenti doni. Erode dunque intuisce la via della vita nuova ma è legato agli apparenti vantaggi del suo potere, è re ma è condizionato dai suoi cortigiani. Il brano evidenzia che l'essere immerso in situazioni negative può divenire un carcere più stretto. Non ci sono persone che ti aiutano ad uscirne ma persone che quando vorresti cambiare vita ti risucchiano nel sistema sbagliato di vita. Quanto è importante avere almeno una persona, un'amicizia, diversa, bella e buona come aiuta talora cercare ambienti nuovi dove venire aiutati su vie di autentica crescita.
Giovanni Battista è proprio così: fin dalla manifestazione di Gesù ha cercato di orientare i propri discepoli a lui ma solo pochi lo hanno ascoltato immediatamente. Altri erano abituati alla loro mentalità, alle amicizie costruite, e hanno preferito rimanere col Battista stesso. Lui ha accompagnato con amore questo più graduale passaggio ma sempre dando la vita per portare tutti a Gesù. Questa decapitazione è una testimonianza di Giovanni che dice con tutto se stesso che il capo del popolo di Dio è Gesù. Brani paralleli narrano che i discepoli di Giovanni andarono a riferire a Gesù di questi fatti. Ecco alla fine molti, forse tutti, suoi discepoli sono andati da Gesù.