Omelia (13-01-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
Gesù entra di nuovo nella casa di Cafarnao, divenuta ormai dimora abituale di quella piccola comunità. E, come di consueto, in tanti accorrono a bussare a quella porta. Continua quel clima di euforia e di festa che si crea ovunque Gesù va. L'animo della gente si riempie sempre più di speranza e nei volti si vede crescere il desiderio di star bene. Tutti credono che sia giunto il tempo in cui è possibile finalmente essere felici. C'è speranza di guarigione anche per un paralitico, portato da alcuni amici. Costoro, giunti alla porta, non riescono ad entrare a motivo della grande folla. Per nulla rassegnati, salgono sul tetto della casa con quel malato e lo calano davanti a Gesù. Appena lo vede, Gesù lo guarisce nel cuore perdonando i suoi peccati, e poi lo fa alzare dal letto guarendolo anche nel corpo. Quel paralitico, come tutti i poveri, ha bisogno di salvezza del corpo e del cuore. Potremmo dire: non di solo pane vivono i poveri, ma anche di amore e di perdono. |