Omelia (16-01-2006)
mons. Vincenzo Paglia


L'evangelista parla dei discepoli del Battista e dei farisei i quali, con la pratica volontaria del digiuno, mostrano un esemplare comportamento religioso. Si sentono perciò autorizzati a criticare i discepoli di Gesù che non facevano questo tipo di digiuno volontario. E' evidente che la loro critica è diretta più al maestro che ai discepoli. E Gesù, con un linguaggio figurato, risponde che non sono le pratiche esteriori che rendono puro il cuore e limpida la vita degli uomini. E' puro, continua Gesù, chi lo accoglie come lo sposo, ossia come il salvatore, come colui che salva davvero la vita dalla infelicità. Gesù sa bene che la felicità e la salvezza stanno nel cuore non nelle pratiche esteriori. E se verranno, come certamente accadrà, tempi difficili per i discepoli, questi sapranno affrontarli con coraggio perché il loro cuore è pieno d'amore e di fiducia: hanno nel loro cuore il Signore. In questo tempo digiuneranno. E comunque la salvezza non sta nel gloriarsi delle proprie opere, fossero anche buone, com'è il digiuno, ma nell'amare Gesù sopra ogni cosa. E' questo amore che fa nuova tutta la vita.