Omelia (15-01-2006) |
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Mi hai chiamato, eccomi! Fratelli nella fede, con la sua parola Dio interpella l'uomo e lo sollecita a dare una risposta: a Dio che parla corrisponde l'uomo che ascolta ed è sollecitato a rispondere a Dio nell'obbedienza e nell'amore. Perciò, alla base dell'antropologia biblica non c'è il moderno detto razionalistico di Cartesio: "Io penso, quindi esisto" (Cogito, ergo sum), ma c'è la dinamica dell'amore assoluto che crea l'uomo: "Io sono pensato, quindi esisto" (cogitor, ergo sum). Come nessuno di noi è nato a caso, ma è il frutto dell'amore che ha unito i nostri genitori così il cosmo e soprattutto l'uomo è il frutto dell'amore di Dio. Dio si è chinato su di noi e ci ha chiamati all'esistenza per amore. Ogni uomo è chiamato da Dio anche per una missione. Noi non esistiamo tanto per, ma Dio ci ha pensati ed amati e ci ha chiamati ad essere suoi figli e per affidarci un compito. Le letture di questa domenica del tempo ordinario ci ricordano che, attraverso il Battesimo e gli altri sacramenti, Dio continua a chiamare l'uomo anche oggi. Dio cerca i suoi collaboratori e la vita dei santi dimostra che Dio chiama tutti anche se in modi e luoghi diversi. Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta. Samuele per ben tre volte risponde "Mi hai chiamato, eccomi"! questa disponibilità pronta e attiva alla chiamata del Signore è l'elemento più caratteristico di ogni vocazione. L'atteggiamento interiore di Samuele diventa esempio riuscito per ogni chiamata di Dio. Il racconto della vocazione del giovane Samuele prepara il terreno a meditare la chiamata dei primi tre discepoli, fatta da Gesù Cristo. Gesù stesso facilità il desiderio dei due discepoli di associarsi a lui, chiedendo loro: "Che cercate?" Gli risposero: Maestro dove abiti? Disse loro: "venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui. La fede cristiana consiste nella familiarità con Cristo, nella conoscenza di Cristo, nell'esperienza di Cristo, nello stare con Cristo. Il Signore non si ferma a parlare lì per la strada, non comincia subito a far propaganda di se stesso, a mostrare le sue credenziali e i suoi progetti. Li porta a casa sua. Non ha niente da nascondere, ma tutto da mostrare: la sua povertà, l'umiltà delle cose e la grandezza del cuore. La scoperta di Giovanni e Andrea fu indimenticabile. Tanto che "si fermarono presso di lui". E questa esperienza cambiò non solo i loro nomi, ma la loro vita. Non sono più quelli di prima, ormai sono pronti a cominciare una vita nuova, sono pronti a vivere per qualcuno. È importante sapere dove lui abita, ma è importante anche avere una grande voglia di seguirlo, di passare del tempo con lui, di dimenticare le altre cose per ascoltarlo e lasciarsi conquistare. Ascoltarlo non solo nei giorni di Natale e di Pasqua ma sempre. La fede è relazione. Io lo incontrerò solo se mi fermerò, solo se mi prenderò del tempo. Se vuoi incontrare pure tu Gesù, allora seguilo là dove abita, nella Chiesa. Lo troverai di sicuro, ti parlerà. Guardati bene intorno e poi fa l'elenco delle persone alle quali puoi dire: "Ho trovato Gesù! Vuoi incontrarlo anche tu?". Tanti hanno bisogno anche della tua parola, del tuo entusiasmo, della tua testimonianza. Gesù ti parla, cerca di ascoltare la sua voce e rispondigli come Samuele, "Mi hai chiamato, eccomi!". |