Omelia (05-05-2003)
padre Lino Pedron
Commento su Giovanni 6, 22-29

Questa gente che cerca Gesù sembra piena di fede, ma in realtà essa non crede nel Cristo. La loro non è fede, ma solo curiosità e simpatia superficiale, come risulterà nel seguito del racconto.

Gesù denuncia il vero motivo del loro interesse per la sua persona e li invita a una ricerca meno egoistica e più spirituale. Egli li rimprovera per la loro superficialità: nella moltiplicazione dei pani non avevano riconosciuto Gesù come Dio.

Il Cristo biasima la loro ricerca affannosa per il cibo che perisce, ossia per il pane che sfama il corpo, e li esorta a cercare il cibo che dura per la vita eterna. Questo cibo dev'essere qualcosa che assomiglia all'acqua viva che zampilla per la vita eterna (Gv 4,14). Si tratta quindi della rivelazione del Verbo incarnato, assimilata con una vita di fede profondissima che conduce alla vita eterna.

In questa prima fase del discorso, il cibo che Gesù darà rimane misterioso. In 6,51 l'evangelista specificherà che si tratta della persona del Figlio di Dio, sacrificata per l'umanità con la passione e la morte, e donata in cibo.

L'azione del Padre che pone il suo sigillo indelebile sul Figlio è la consacrazione solenne dell'uomo Cristo Gesù fin dal primo istante della sua incarnazione e nel suo battesimo al Giordano.

"Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?" (v.28). In questa domanda appare chiaramente la mentalità giudaica legata al valore delle opere. Gesù si oppone a questa mentalità e presenta necessaria per il possesso del regno di Dio una sola opera: la fede nella sua persona.

In questo brano sembra riecheggiare la polemica di Paolo contro le opere della legge a favore della fede: con le opere della legge nessun uomo può essere giustificato davanti a Dio (Rm 3,20); infatti si è giustificati non dalle opere, ma dalla fede, indipendentemente dalle opere (Rm 3,27-28; Gal 2,16; 3, 5).

L'oggetto di questa fede è colui che Dio ha inviato, Gesù. L'unica opera che l'uomo deve compiere è credere nell'inviato di Dio. La fede di cui parla il vangelo è dono di Dio. L'uomo ha però la sua responsabilità perché può anche rifiutare questo dono. Quindi la fede è anche opera dell'uomo.