Omelia (13-01-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati» Come vivere questa Parola? Gesù ha detto e ripetuto più volte: «Chi crede ha la vita eterna», cioè – già qui e ora – una qualità di vita che è par-tecipazione della natura divina, dunque una qualità alta di vita. E lo asserisce a proposito delle singole persone. Qui però c'imbattiamo in qualcosa di nuovo. Il testo parla della "loro fede". Si tratta di una fede comunitaria, a cui Gesù è tutt'altro che indifferente. Subito la nota e, proprio per la pressione – se così posso dire – di questo invocare salvezza per il fratello da parte di un gruppo di persone, ecco che il Signore opera meraviglie. Attenzione! Opera meraviglie non solo guarendo la paralisi dell'infermo ma addirittura rivelandosi nella sua divinità. Perché fa quello che solo Dio può fare: perdona i peccati. Non a caso gli scribi "pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?»: In effetti avete centrato nel segno, voi dotti scribi! Colui che ha detto al paralitico: «Alzati, prendi il tuo letto e cammina» è il Figlio dell'uomo, Figlio dell'Altissimo. E quel piccolo preludio di Chiesa, cioè quegli uomini che ardirono calare il paralitico dal tetto, ponendolo davanti a Gesù ebbero fiducia piena nel suo divino potere. Oggi, nel mio rientro al cuore, visualizzerò la scena tra il drammatico e il gioioso. In esso prevale l'esultanza da una parte di veder emergere con potenza la Persona Divina del Verbo fatto carne, pieno di maestà e di comprensione, dall'altra una fede comunitaria, l'inizio della fede ecclesiale in cui anche il mio impegno a credere è in sinergia con quello di tante sorelle e fratelli che, così, edificano la Chiesa. Gesù, accresci in me la fede. Accrescila in tutto il tuo corpo mistico che è la tua Chiesa. Fa' che non sbiadisca nelle menti e nei cuori la gloria della tua divinità. La voce di un Padre apostolico Conserviamoci santi ed esemplari nella fede che abbiamo accettato, per poter supplicare con confidenza Dio, il quale ci ha detto: Mentre ancora tu starai parlando, io ti dirò: eccomi! Questa espressione scritturistica è una grande promessa, perché in essa il Signore si dichiara più pronto lui a dare che l'uomo a chiedere. S. Clemente |