Omelia (15-01-2006) |
Comunità Missionaria Villaregia (giovani) |
Un incontro che cambia la vita La missione di Giovanni Battista era proprio fantastica: ha fissato lo sguardo su uno che passava dicendo: "Questo è Gesù, l'agnello di Dio". Come quando per la strada abbiamo l'impressione di vedere una persona importante e un amico ci dice: "Sì, è propio lui" e tutti a corrergli dietro per chiedere l'autografo! (è ancora di moda?) In effetti gli amici di Giovanni si misero a seguire Gesù, il quale, all'inizio della sua attività pubblica non era ancora abituato alla gente che lo seguiva e voltandosi dice: "Che cercate?" E loro, sfacciati: "Gesù, dove abiti?" Questa domanda sconvolse completamente la vita di Andrea, fratello di Simone e di Giovanni. Era un giorno normalissimo della loro vita, erano dediti al lavoro di pescatori, avevano come tante altre volte lavorato tutta la notte, avevano riposato un po' al mattino dopo aver riassettato le reti e poi un salto dal loro amico Giovanni. Non sapevano che quel giorno avrebbe cambiato tutta la loro vita. "Che cercate?", strana la domanda di Gesù. Era più logico che al sentirsi seguito da due giovani, chiedesse: "Chi cercate?" Gesù vuole metterci davanti a un nostro costante atteggiamento. Noi cerchiamo qualcuno, ma in realtà ci riempiamo di tante cose. Il nostro anelito profondo è di poter incontrare Colui che dà il senso profondo alla nostra esistenza e, come dice Sant'Agostino: "Tu, Dio, ci hai fatto per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te". "Che cercate, che cosa cercate?" E' una domanda che scava profondamente in noi e che ci permette di dire: "No, non stiamo cercando cose, ma stiamo cercando Qualcuno". Nella pienezza dei tempi Dio si fa trovare dall'uomo in modo molto concreto attraverso Gesù. In lui la ricerca di Dio raggiunge il suo apice e il suo compimento. Non possiamo dimenticare, infatti, che l'uomo non cercherebbe Dio, se Dio non lo cercasse per primo. L'ostinazione con cui l'uomo cerca Dio è, in realtà, una risposta al fatto che Dio, per primo, si è mosso alla ricerca dell'uomo. Infatti Andrea e Giovanni rispondono con un'altra domanda: "Maestro, dove abiti?" = Stiamo cercando proprio te, dove abiti? E questo dialogo sembra un "rebus". A una domanda così chiara Gesù risponde: "Venite e vedete". "Dove abiti, Signore, perché possiamo trovarci con te?, Stare con te?", poche righe più in là Gesù dirà alla Samaritana: "E' giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre", i luoghi fissati da centinaia di anni dove il popolo sapeva di poter adorare il Signore. E adesso Gesù sembra aver cambiato casa, sembra aver smarrito il suo indirizzo, sembra non avere luogo dove poggiare il capo... Dove vivi Signore affinché ti possiamo trovare? Ci ricordiamo che S. Giovanni, all'inizio del suo Vangelo, dice che il Verbo, il Figlio di Dio, è venuto ad abitare in mezzo a noi, è venuto a piantare la sua tenda in mezzo agli uomini. Dove abita Gesù? Sembra logica la risposta: In mezzo a noi, in mezzo ai suoi discepoli. Dove Andrea e Giovanni hanno seguito Gesù? Saranno stati a Nazareth? A Cafarnao? Il Vangelo non lo dice, però è facile tirare una conclusione: Gesù abita in mezzo ai suoi, Gesù vuole fare comunità con gli uomini. Forse Andrea e Giovanni non videro un posto preciso, ma videro la prima cellula di comunità che Gesù stava costruendo e decisero di far parte di questa comunità e si fermarono presso di lui. E quel giorno fu un giorno indimenticabile, di quel giorno ricordano tutto, perfino l'ora dell'incontro con Gesù. E alla fine dell'incontro rimane una certezza: "Abbiamo incontrato il Messia", abbiamo incontrato colui che stavamo cercando, l'attesa delle nostre speranze, dei nostri desideri, delle nostre aspirazioni. E questo Messia rivoluziona la vita, per Gesù si diventa capaci di giocare la propria vita. "Che cercate?" E' la domanda che il Signore rivolge a ciascuno. Tanti, come Andrea e Giovanni, hanno incontrato il Signore perché hanno avuto il coraggio di cercarlo, come Paulina e Abundio, una coppia di volontari della nostra Missione a Texcoco-Messico: Paulina e Abundio, un giorno bussano alla nostra porta. Con volto sorridente, si presentano a noi inviati da una comune amica: "Siamo Paulina e Abundio, abitiamo a Texcoco. Desideriamo dare a Dio il nostro tempo e le nostre energie e siamo qui per farlo con voi!". Ci hanno raccontato la loro storia e la ricerca, nata ormai da tempo, di una realtà ecclesiale nella quale donare le loro forze e le loro capacità a servizio dei fratelli Entrambi hanno una bella voce ed un grande talento musicale. Qualche anno fa', in accordo con i loro due figli, avevano costituito un gruppo musicale, il "Cuarteto Armonia", dedito a rallegrare con la tipica musica "ranchera" e con la melodia delle loro voci, le feste e i momenti di ritrovo conviviale, nei bar, in ristoranti o anche in ambienti familiari. Questo non era un semplice diversivo, ma il lavoro che permetteva loro di vivere e mandare avanti la famiglia anche se a un livello sociale piuttosto modesto. A lungo andare, però, quest'attività, svolta soprattutto nelle ore notturne, stava compromettendo la loro salute e soprattutto la loro relazione matrimoniale. Proprio in questo momento critico, il Signore con forza ha fatto irruzione nella loro storia insegnando le "note di una nuova musica". Subito si sono questionati sulla vita disordinata che, a causa di questo lavoro, stavano conducendo. Ben presto hanno compreso che le loro capacità musicali potevano essere investite in un altro modo e, addirittura, messe a servizio di Dio e dell'evangelizzazione. Si sono sentiti pervasi da una gioia mai prima sperimentata ed hanno desiderato contagiarla ai fratelli. Con l'appoggio di un sacerdote e di un gruppo di giovani, sono riusciti ad organizzare un concerto di musica cristiana in Diocesi. I buoni risultati dell'esperienza li hanno spinti a continuare in questa direzione, fidandosi non delle proprie forze, ma dell'azione di Dio che spesso si serve dei piccoli e dei poveri per fare cose grandi. Contemporaneamente hanno iniziato a cercare una realtà nella Chiesa in cui esplicitare ancora più concretamente il loro servizio. Desideravano molto trovare un punto di riferimento nel quale inserirsi, come laici impegnati, per donare al Signore con costanza tempo, forze ed ogni talento ricevuto in dono. È stato in queste circostanze che Paulina e Abundio hanno conosciuto la nostra Comunità, trovando in essa quello spazio intensamente cercato e desiderato. Dopo averci conosciuti e frequentati per un po' di tempo, hanno maturato la scelta di un impegno più stabile, legandosi alla Comunità come volontari. Adesso fanno parte della nostra Famiglia. Due, tre volte la settimana vengono in Comunità per condividere con noi il lavoro e costruire insieme nella gioia il Regno di Dio. Ora continuano a suonare e cantare ma con uno spirito diverso. La loro gioia e la loro unità familiare li rendono una testimonianza viva della vita di Gesù, che viene fra gli uomini per portare una Vita nuova. Chi cerca trova, ti auguriamo di cercare e di trovare presto il Signore. Auguri e buona settimana. |