Omelia (26-10-2023)
don Giampaolo Centofanti


Talora si può pensare che Dio stia in cielo impassibile di fronte alle nostre sofferenze. Invece qui Gesù apre il cuore e ci parla del suo fremere dal desiderio di donarci vita e ogni bene, di liberarci da tanti dolori e prove, di sostenerci lungo il cammino. Freme al punto da desiderare ardentemente di dare la vita per noi. Vita, pace, autentiche, profonde, non quelle gioie e paci apparenti che nascondono tante magagne portatrici di malessere personali e interpersonali.
E allora perché non ci dà subito tutto ciò? Appunto perché gioia, pace, beni autentici, non si possono dare in mano come mere cose ma sono grazie da riconoscere e accogliere con il cuore. Senza accogliere nello Spirito, col cuore, tutto si spegne e muore. Dunque Dio fa di tutto per aiutare con infinito rispetto e delicatezza ciascuno ad aprire liberamente, gradualmente, il cuore per ricevere ogni bene. Per questo anche Dio deve attendere e lo fa appunto con serena fiducia e al tempo stesso fremendo dal desiderio di venire sempre più, con ogni bene.