Omelia (27-10-2023)
don Giampaolo Centofanti


Gesù parla un linguaggio spirituale, l'unico vero avversario della nostra vita per certi aspetti non è nemmeno il demonio perché questi può fare solo ciò che Dio gli permette e Dio gli permette di tentarci ed ingannarci su cose che con l'aiuto del cielo potremo superare e trasformare in occasioni di grazia, di vita. L'avversario vero può essere il nostro stesso io che ci può fare chiudere il cuore alla luce. Dunque il giudice, l'esattore, la prigione non sono che tappe di un processo di chiusura interiore alla vita nella grazia. Su quella strada si perde il senso dell'amore meraviglioso di Dio, si finisce dunque per guardare ogni cosa, anche sé stessi, con la legge della giungla, finiamo per chiudere la nostra vita in una prigione. Talora l'unica via per uscirne è sperimentare la crescente negatività, il malessere, provocato da tutto ciò a tutto campo, al punto di dover per forza cercare strade diverse, autentiche. Invece cercando di camminare sulla via della luce impariamo a riconoscere il sempre nuovo venire di Gesù nella nostra vita. Tanta gente con semplicità riconobbe Gesù, lo vediamo quando lo accolgono nel suo ingresso su un asinello a Gerusalemme, invece certi potenti chiusi nei loro miopi interessi di potere si chiusero al riconoscimento del Messia, chiudendosi alla vita.