Omelia (01-11-2023) |
don Giampaolo Centofanti |
La beatitudine è un seme ma anche appena la fede si manifesta non è un seme potente e meraviglioso già da subito? Non essere soli in un mondo senza senso ma figli di Dio che ci ama, ha per ciascuno un disegno meraviglioso... Creature amate, sostenute, salvate, da Dio, che possono puntare tutto su di lui. Che bello essere bisognosi di Dio, ecco la meravigliosa povertà. Beati perché nelle prove quando andiamo a piangere da Dio scopriamo che è lui che ci ha chiamati vicino a sé (= traduzione dal testo originale della parola consolati) per consolarci e prenderci per mano sulla via dello scioglimento dei nodi e dell'apertura delle strade più belle per noi. Beati perché non dobbiamo impossessarci nevroticamente delle cose con la lotta ma ricevere ogni dono da Dio con semplicità e fiducia, mitemente, serenamente. Beati noi perché la giustizia di Dio non è bilancia che condanna ma la via giusta per la quale ci porta, quella della fede, della speranza, della misericordia, della carità, l'unica che sazia mentre la giustizia terrena è strutturalmente ingiusta perché giudica senza poter comprendere davvero le persone. Beati noi perché solo l'amore meraviglioso e delicato di Dio può aprire il nostro cuore, che noi non potremmo aprire nemmeno da soli perché non sappiamo né possiamo senza di lui amare noi stessi e amarci così bene. Solo questo amore ci porta dunque sempre più nelle profondità del nostro cuore, nell'abisso della sincerità. Virtù tra le più decisive perché una persona può peccare e poi riaprire il cuore ma se non è sincera lo Spirito non può entrare e convertire... |