Omelia (16-01-2006)
Monaci Benedettini Silvestrini
Un vino nuovo in otri nuovi

Gesù, nel rispondere a chi gli domanda perché i suoi discepoli non digiunano come i discepoli di Giovanni, usa l'immagine dello sposo. In poche battute, riportate dall'evangelista San Marco, Egli tratteggia la sua missione terrena preannunciando, in qualche modo, la sua Passione e Resurrezione. Per comprendere però in fondo la portata di questo primo annuncio, anche se velato, dobbiamo riferirci a come si propone Gesù. Ecco allora che prende consistenza la figura dello sposo con le immagini del vino e del vestito. In Gesù, si realizza e si compie quella promessa che è simboleggiata dalla pienezza dei doni messianici e della proclamazione del suo essere divino. Ricordiamo che le stesse figure di sposo, otri e vino compaiono nell'episodio giovanneo dello sposalizio a Cana. Gesù, anche qui, si manifesta nel suo Mistero e in ciò deve essere letto anche la differenza di comportamento dei suoi discepoli con quelli di Giovanni. Dal comportamento dei discepoli si passa a considerare la diversità delle figure di Gesù e Giovanni: è questa l'esortazione iscritta nella sua risposta! Possiamo anche meglio comprendere, allora nel riferimento al vino nuovo, quelle immagini che sembrano paradossali usate dallo stesso Gesù. Il vino che spacca gli otri implica che, proprio per il compimento del sua missione, Gesù richiama ad un discepolato nuovo e sicuramente più esigente di quello giovanneo, un discepolato, nel suo nome, che è partecipazione al mistero di amore.