Omelia (22-01-2006) |
padre Romeo Ballan |
Missionari dal cuore grande, come quello di Dio Riflessioni Dopo il Battesimo nel Giordano e l'esperienza nel deserto, Gesù inizia la sua vita pubblica con un annuncio essenziale, che Marco – l'evangelista che leggiamo in questo anno liturgico - presenta in quattro punti (v. 15): è maturato ormai il tempo della salvezza e il regno di Dio è alle porte; è tempo di convertirsi e di credere a questa buona notizia. Il Vangelo di Marco, pur nella sua brevità e concisione, ha un suo messaggio globale e completo. "Il catecumeno nel Vangelo di Mc – il cristiano oggi, ognuno di noi – è invitato a comprendere che Dio sta per prendere possesso della sua vita e gli va incontro con una misteriosa iniziativa, che egli è chiamato ad accettare" (Carlo M. Martini). Dall'inizio alla fine, una domanda insistente percorre i 16 capitoli di Marco: "Chi è Gesù?" I numerosi miracoli di guarigioni e quella dottrina nuova insegnata, fin dall'inizio, con autorità da un Maestro così sorprendente (1,27) hanno due apici – a metà e alla fine del Vangelo di Marco - nella professione di fede di due testimoni oculari coincidenti: il discepolo Pietro, che afferma: "Tu sei il Cristo" (8,29) e il centurione pagano che ai piedi della croce dichiara: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio" (15,39), affermazione che riceve conferma immediata nell'avvenimento della risurrezione (16,6). Il nucleo del messaggio di Gesù è che l'iniziativa di Dio per salvare il mondo è già in atto: con l'incarnazione del Figlio, Dio ha messo la sua tenda definitiva in mezzo agli uomini; in Gesù Cristo il Regno ha raggiunto la pienezza; la salvezza di tutti passa necessariamente attraverso la Persona del Dio che ha preso carne umana. L'avvenimento è tale da giustificare pienamente le richieste di Gesù: "Convertitevi e credete al vangelo" (v. 15) e la decisione radicale nel seguirlo "subito" lasciando da parte affetti e interessi personali (v. 18.20). La conversione comporta un cambio totale di mentalità riguardo al modo di vedere Dio, l'uomo e il creato; da parte di Dio non vi saranno altre proposte: il Vangelo è già tutto presente in Gesù, non ve ne sarà un altro. Il Vangelo-Buona Notizia non è un libro di dottrina o di teorie spirituali: è una Persona, è Gesù stesso. I primi quattro discepoli (v. 16-20), e in seguito gli altri, non seguono una dottrina sia pur meravigliosa, ma una Persona. Lo sentono affidabile, gli aprono il fondo del cuore, gli affidano il loro destino. Pur con qualche fragilità, Lo seguiranno fino a dare la loro vita per Lui! * Il Maestro chiama i discepoli, li forma, li trasforma. La sequela conduce alla missione: Gesù li fa pescatori di uomini (v. 17), portatori della sua Buona Notizia per eccellenza, di cui l'umanità, se non vuole trovarsi in inganno, ha estremo e urgente bisogno, "perché passa la scena di questo mondo" (II lettura). Dio ama tutte le persone e le vuole felici: ne è prova l'avvenimento che ha nome 'Cristo'! Portare questo messaggio fino ai confini del mondo è compito di tutti i suoi seguaci, chiamati ad essere discepoli e missionari dal cuore grande, a imitazione del cuore di Dio. Non persone grette, testarde e gelose come Giona (I lettura), profeta che, in un primo momento, fugge per non adempiere il mandato missionario di Dio che lo manda presso i popoli pagani di Ninive, e in seguito compie l'annuncio solo parzialmente, "per un giorno di cammino" (v. 4), sedendosi alla fine a protestare contro Dio, perché è "buono e misericordioso", sempre pronto al perdono, anche verso i popoli lontani (Giona 4). L'esperienza e la coscienza di universalità è fondamentale per i contenuti del messaggio (il Vangelo) e per i destinatari dell'annuncio (tutti i popoli), ma anche per i missionari e le missionarie, che il Signore chiama ad essere portatori del Suo messaggio di salvezza. Parola del Papa * "Per noi cristiani Dio non è più, come nella filosofia precedente il cristianesimo, una ipotesi ma è una realtà... Giustamente Origene vede nella parabola della pecorella smarrita, che il pastore prende sulle sue spalle, la parabola dell'Incarnazione di Dio. Sì, nell'Incarnazione Egli è sceso e ha preso sulle sue spalle la nostra carne, noi stessi. Così la conoscenza di Dio è divenuta realtà, è divenuta amicizia, comunione. Ringraziamo il Signore perché... ha preso sulle sue spalle la nostra carne e ci porta sulle strade della nostra vita... Accanto a noi c'è Dio-Emmanuele, che per il cristiano ha il volto amoroso di Gesù Cristo, Dio fatto uomo, fattosi uno di noi". Benedetto XVI Udienza generale, Mercoledì, 11.1.2006 Sui passi dei Missionari - 22/1: S. Vincenzo Pallotti (1795-1850), fondatore dei Pallottini/e, promotore delle missioni e dell'apostolato dei laici, chiamato da Pio XI "Precursore dell'Azione Cattolica". - 22/1: B. Laura Vicuña, nata in Cile e morta in Argentina all'età di 13 anni (+1904). Offrì la sua vita per la conversione della mamma. - 23/1: S. Ildefonso, vescovo di Toledo (607-667), scrittore sacro, vero padre della Chiesa in Spagna, diede impulso alla liturgia e alla devozione mariana. - 23/1: B. Marianne Cope (1838-1918), religiosa della famiglia francescana, missionaria per decenni fra i lebbrosi nelle isole Hawai e a Molokai. - 24/1: S. Francesco di Sales (1567-1622), vescovo di Ginevra, scrittore e grande evangelizzatore. - 25/1: Conversione di S. Paolo, apostolo dei gentili (popoli pagani). - 26/1: SS. Timoteo e Tito, collaboratori di S. Paolo, vescovi, rispettivamente, di Efeso e di Creta. - 28/1: S. Tommaso d'Aquino, dottore della Chiesa; la sua Summa contra Gentiles è uno dei primi manuali per missionari fra i non cristiani, in particolare i mussulmani. - 28/1: S. Giuseppe Freinademetz (1852-1908), della Società del Verbo Divino, missionario in Cina. |