Omelia (25-11-2023) |
don Giampaolo Centofanti |
Nella religione di ogni tempo si possono talora riscontrare in vario modo alcune costanti tra gli orientamenti riduttivi: i dottrinari astratti, che tendono a insegnare un catalogo di regole da rispettare meccanicamente senza graduale, personale, crescita; gli spiritualisti, che rifiutando il razionalismo astratto dei dottrinari puntano sulla spiritualità ma vissuta in vario modo senza attenzione all'umano; i pragmatici, che rifiutando le astrazioni dei primi due orientamenti si rifugiano in una vita pratica che finisce in vario modo per mettere tra parentesi i riferimenti, gettando via i riferimenti insieme alle astrazioni con cui vengono considerati. I sadducei appartengono a questo gruppo pragmatico, per esempio appunto non credono nella resurrezione. Il loro pragmatismo li induce a riferirsi ad una inesistente nuda lettera del testo biblico. Ma Gesù riporta sempre al senso, al buonsenso, nella fede e della fede. Nella Thorà, i primi cinque libri della Bibbia, non si parla esplicitamente di resurrezione ma vi si fa' chiaro riferimento ugualmente. La presa un giro verso Gesù e la credenza nella resurrezione non fa' che manifestare la propria spiritualità infeconda, solo orizzontale, che chiude all'oltre sorprendente di Dio. |