Omelia (19-01-2006)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Perché pecchi contro un innocente, uccidendo Davide senza motivo?

Come vivere questa Parola?
Saul, scelto e consacrato da Dio quale re di Israele, non è per questo immunizzato dalle tentazioni. Ieri, come oggi, il protagonismo che spinge a sottrarsi al volere di Dio, l'ambizione di emergere, la gelosia, la paura di essere sop-piantato da un altro si possono insinuare anche là dove gli inizi erano splendidi, suggellati da un dono particolare di Dio. "Vigilate", ci dice Gesù. "Vigilate" sul vostro cuore. Fate attenzione a quei moti, anche inconsci, che possono trascinarvi dove non vorreste. Saul in fondo non è un malvagio. È solo accecato dalla gelosia. E quando il figlio Gionata gli parla, aprendo i suoi occhi sul grave errore che sta per commettere, si ricrede. L'episodio si conclude così felicemente, ma solo per il momento. Saul, infatti, non risale alla radice del suo male, che continua, quindi, a produrre frutti bacati, tormentando la sua vita e rendendo difficile quella di Davide.
Non c'è da meravigliarsi se si riscontrano in noi tendenze negative: sono il retaggio del peccato originale! Non basta però "mettere una pezza" sulla situazione del momento. È la "radice" che va individuata ed eliminata con coraggio. Da soli? No, certamente! "Certi demoni non si vincono che con il digiuno e la preghiera", ci dice Gesù. Preghiera che impetra il sostegno dello Spirito Santo, digiuno (non necessariamente materiale) che imbriglia le passioni, dà il dominio su se stessi, permettendo allo stesso Spirito di operare in noi.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, verificherò la natura di certi miei comportamenti e interventi: sono proprio immuni da ogni influenza negativa? Quale la loro radice? E pregherò:

Signore Gesù, Medico delle nostre anime, concedimi luce di Spirito Santo per poter vedere con chiarezza dentro di me. Donami poi il coraggio di sottopormi ai suoi interventi, secondando la sua azione purificatrice.

La voce di un Padre della Chiesa
Come si potrebbe fare in modo che noialtri, o non contraiamo affatto questa malattia dell'invidia fin dall'inizio oppure, una volta guariti da essa, ne restiamo lontani? Ritenendo anzitutto come non vi sia nulla di grande nelle cose umane: né le ricchezze materiali né la gloria che poi marcisce né la buona salute fisica. Noi non crediamo, infatti, che il sommo bene si trovi nelle realtà transitorie, ma siamo invece chiamati alla partecipazione degli autentici beni eterni.
Basilio il Grande