Omelia (07-12-2023)
don Giampaolo Centofanti


Dio perdona tutto, se scegliamo la sua misericordia senza condizioni ci porterà in paradiso ma qui sulla terra se a lungo rifiutiamo la grazia che ci dona ci chiudiamo alla vita, diveniamo sempre più confusi, fragili e costruiamo su basi distorte e fragili. Siamo più esposti alle intemperie della vita e meno solidi e ben orientati nell'affrontarle. Talora possono rivelarsi necessari tali passaggi per farci comprendere che Dio solo per darci vita ci propone di seguirlo e quando ritorniamo a lui, ora più convinti, lui ci può gradualmente donare mille volte tanto, perché ora appunto siamo più determinati ad ascoltarlo. L'esperienza concreta dunque può avere tante valenze di vario tipo. Si può pensare di aver già capito tutto, anche ciò che Dio può dare e non può dare e questo è un errore notevole perché rischia di distrarci, di chiuderci, all'infinito oltre di Dio. In questo la nostra esperienza passata può essere ingannevole. Ma l'esperienza può anche servire a mostrarci che da soli non caviamo un ragno dal buco, che abbiamo bisogno di Dio e allora essa, anche sofferta, diviene un trampolino di lancio per una vita rinnovata. Su questa scia l'esperienza può divenire nel tempo un grande aiuto a credere perché, anche se gradualmente, scopriamo concretamente sempre più che ciò che risolve è fidarsi di Dio, che ne sa infinitamente più di noi anche circa noi stessi, ciò di cui abbiamo davvero bisogno e sa come donarcelo.