Omelia (08-12-2023)
don Roberto Seregni
Cuore di sentinella

Il tempo dell'avvento non è solo il tempo della memoria e del ricordo affettuoso del Salvatore nato nella stalla di Betlemme, è anche il tempo dell'attesa e della preparazione dell'incontro finale con il Signore. Lui "verrà come un ladro" (2Pt 3,10), quando nessuno se lo aspetta, senza farsi riconoscere, in punta di piedi.
L'eco dell'annuncio di Giovanni il Battista attraversa i secoli e arriva fino ai nostri giorni. Il Signore viene, dobbiamo preparare il cammino.
Sí, dobbiamo prepararci. La vita cristiana non si improvvisa, non ci si sveglia una mattina con l'aureola sopra la testa. C'è un allenamento, faticoso e fantastico, che ci aspetta. Essere uomini e donne dell'avvento significa allenare il cuore all'ascolto per riconoscere la sua voce, «una voce di sottile silenzio» (1Re 19,11-12). Abitare l'avvento significa aprire bene gli occhi, riconoscere la presenza di Gesù tra i poveri, gli ultimi e gli abbandonati.
Ci pensavo l'altro giorno mentre ascoltavo una delle volontarie della parrocchia che visita gli ammalati: c'è una connessione profonda tra le ginocchia, le orecchie e le mani: preghiera, ascolto e carità. O stanno insieme, o cadono. O crescono insieme, o si atrofizzano.

Il tempo dell'avvento è un tempo per allenare la speranza, per imparare a desiderare ció che Dio desidera.
Insegnami a chiederti quello che tu vuoi darmi.

É un tempo per mettere mani e cuore a disposizione del suo progetto, come fece Giovanni.
Insegnami ad essere docile, semplice e leggero.

Dobbiamo essere uomini e donne dell'avvento, discepoli innamorati che spiano l'orizzonte nell'attesa di una nuova alba, un nuovo inizio, un nuovo incontro. Che il Signore ci doni un cuore di sentinella come quello di Giovanni Battista, capace di riconoscere il volto di Cristo in ogni nuova aurora.


Don Roberto