Omelia (20-01-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Tu sei stato più giusto di me, perché mi hai reso il bene, mentre io ti ho reso il male. Come vivere questa Parola? Davide, che è ingiustamente perseguitato da Saul, viene a trovarsi nella possibilità di eliminare il suo nemico. I compagni lo istigano a farlo. In fondo è lui l'aggredito: si tratterebbe di un gesto di legittima difesa. Ma Davide preferisce spezzare il circolo vizioso dell'odio e, con magnanimità, lascia che Saul vada per la sua strada sano e salvo. Si limita solo a un gesto dimostrativo della sua volontà di non fare attecchire in sé nessun atteggiamento di ostilità. E Saul non può che riconoscere il proprio sbaglio e la superiorità morale dell'avversario. Un edificante episodio del passato o un sublime insegnamento valido anche per i nostri tempi? Certamente siamo alla presenza di un comportamento che si pone agli antipodi di quella logica, tuttora dominante, dell'"occhio per occhio, dente per dente". Una logica che ha innescato una spirale di odio e di violenza che rischia di distruggere tutti e tutto. Non vi è istituzione che ne sia esente. Lo stesso ambito familiare ne è impregnato. Si tratta magari di violenze incruente, poco appariscenti, che tuttavia corrodono i rapporti e creano fratture. Le si giustificano come una necessità per "difendere" i propri diritti, ma sta di fatto che a un certo punto non si sa più chi sia l'aggredito e chi l'aggressore. E la violenza dilaga inarrestabile. Davide, e più ancora Gesù, ci indicano l'unica via d'uscita: quella del perdono generoso. È la logica dell'amore che spinge a fare il primo passo, dissolvendo quei tentacoli da cui tutti ci sentiamo ormai minacciati. Oggi, nel mio rientro al cuore, verificherò quanta "violenza", magari mascherata, è presente in certi miei comportamenti. Mi richiamerò alla mente la beatitudine di Gesù: "Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio". E prenderò la ferma risoluzione di "arruolarmi" in questa santa milizia, iniziando a porre segni di riconciliazione e di benevolenza là dove vivo. Gesù, mite e umile di cuore, donami il coraggio di andare contro corrente, rispondendo alla provocazione con l'amore, all'offesa col perdono, al rifiuto con l'offerta dell' amicizia. La voce di un "profeta" "Vedete, noi siamo qui, allineati su questa grande idea: quella della nonviolenza attiva. Noi qui siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà. Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati". don Tonino Bello |