Omelia (15-12-2023)
don Giampaolo Centofanti


Beati voi poveri perché vostro è il regno dei cieli. Il povero è l'essere umano che si scopre bisognoso di aiuto e fondamentalmente non lo rifiuta quando esso viene. La superbia consapevole e volontaria invece non accoglie la luce che Dio infonde perché ritiene di aver capito, di saper gestire, di non avere più bisogno di aiuto. Gesù in altri passi del vangelo parla anche di una superbia di ritorno: il neofita si lascia portare nel mistero della sequela di Gesù ma poi, talora anche a causa di una educazione ad opera di altrettanti saputelli, si rinchiude sempre più in schemi ormai acquisiti restringendo sempre più gli spazi interiori di vero rinnovamento, fino a spegnersi in un giudizio amaro su tutto e su tutti. Gesù preserva da questi pericoli quando insegna ai discepoli che molte cose ha ancora da dire loro ma per il momento non sono capaci di portarne il peso, lo Spirito li condurrà verso la verità tutta intera ricordando loro quello che Gesù stesso ha detto. Gesù è, per opera della grazia, sempre, in ogni cosa, da scoprire più profondamente. La fede orienta a lasciarsi portare sempre oltre, accogliendo con fiducia l'opera di Dio. Il punto dunque è la disposizione del cuore: non per nulla Maria ha Fatima ha detto che alla fine il suo cuore immacolato trionferà. La via è dunque il superamento degli striminziti ragionamenti e calcoli terreni lasciandosi portare dalla luce che illumina il cuore.