Omelia (11-02-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc 7,33-35

Dalla Parola del giorno
"Gesù disse: "EFFATÀ" cioè "APRITI". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente".

Come vivere questa Parola?
"Effatà" è la parola-chiave con cui Gesù, il Comunicatore del Padre, rompe interamente la sordità e l'essere muto di un uomo murato vivo nella sua impossibilità di comunicare.
In un mondo dove, per grazia di Dio e dell'ingegno umano, sono sempre più prestigiose le possibilità del comunicare, il paradosso è l'incomunicabilità che affligge spesso l'uomo d'oggi, anche nel rapporto di coppia.
Il rischio è l'eccesso di comunicazione che annienta l'altro e l'annulla e il parlare di cose futili con una notevole incapacità di ascolto. Si resta chiusi a livelli profondi nell'incomunicabilità con Dio e con gli altri.

Oggi, con l'aiuto di Maria, il cui è divenuto forza comunicativa della sua disponibilità a Dio e a noi, mi eserciterò a vivere tutte le occasioni di silenzio con piena consapevolezza. E' Lì che Gesù pronuncia il suo "effatà", aprendomi all'ascolto di Dio e dei fratelli. E' lì che nasce una comunicazione profonda, sana, efficace, rispettosa dell'altro. Mi eserciterò nella preghiera della liturgia odierna:

"Apri, Signore il mio cuore e comprenderò le Parole del Figlio tuo".

Un pensiero autorevole:
"Ci si educa al comunicare sviluppando la dimensione contemplativa della vita. Ogni comunicare nasce dal silenzio, non però vuoto o triste, ma pieno della contemplazione delle meraviglie che Dio ha operato in nostro favore".
(Carlo Maria Martini)