Omelia (25-12-2023) |
don Michele Cerutti |
Dio uomo che entra nella storia Giungono in questi giorni immagini da Gaza che ci fanno sussultare nella coscienza per la crudezza delle torture che adulti fanno nei confronti dei bambini. Dopo mesi di propaganda che ci richiamavano a una Ucraina che dovevamo difendere scopriamo che questa guerra sta segnando una vittoria nelle mani dei russi. Montagne di armi che hanno portato distruzione e morte e nessun tavolo di pace è stato aperto. Profughi scappati che potrebbero tornare trovando macerie. In Armenia i cristiani continuano a essere perseguitati. In America Latina si sentono rumori di navi davanti ad alcune isole delle Antille che fanno gola al Venezuela e che inglesi e brasiliani vogliono difendere. Nel Myanmar la guerra dimenticata prosegue. Del Congo non si parla più. In Nicaragua la persecuzione alla Chiesa registra la sua ferocia. In Corea del Nord il regime tiene la popolazione sotto controllo. L'elenco potrebbe proseguire guardando lo scenario internazionale. A livello di Chiesa gli scandali non vengano meno. Ognuno a livello personale giunge con le sue ferite che possono essere fisiche, ma non solo. Se mettiamo tutto insieme possiamo arrivare a quest'ora della Notte per la celebrazione eucaristica segnati dalla tristezza e dallo scoraggiamento. Più di 2000 anni fa un popolo Israele subiva vessazioni forti da parte dell'Impero e occorreva farsi registrare e censire. I romani volevano sapere qual era la dimensione della potenza per espandersi ancor di più. Gli ebrei non sopportavano più assolutamente questo dominio e sembravano scoraggiati davanti a tutte queste imposizioni. In un contesto, in cui vi era una prova di muscoli da parte degli occupanti e di frustrazione da parte degli occupati, Cristo è entrato nella storia. Entra in punta di piedi davanti a un mondo preoccupato di altro. Gesù viene partorito in una grotta e viene annunciato ai pastori. Un principe particolare. Cosa vuol dire a noi tutto ciò nel 2023? Il Natale è il mistero che ci rimanda al fatto che la storia è nelle mani di Dio e che Egli segue le sue vie e le sue strade che non sono le nostre. Dobbiamo essere certi possiamo continuamente fare la lista delle cose che non vanno nella nostra vita, nella vita della Chiesa, nella vita dell'umanità, ma non dobbiamo perdere mai di vista la speranza che Dio non lascia l'umanità da sola. Ho aperto questa riflessione facendo passare la carta geografica e siamo tutti sgomenti per i tanti rumori di guerra, ma davanti a tutto il male del mondo possiamo stare certi ancora oggi Dio non lascia solo l'umanità e le guerre terminerebbero solo se riuscissimo a dare ospitalità nel cuore proprio a Lui. A Gesù è bastato un pagliericcio per incarnarsi. Pensiamo a quali grandi cose bisogna fare per accogliere Dio nella nostra vita, ma basta a volte una piccola fessura del proprio cuore poi è Lui che sa prendersi il posto giusto. Allora le ferite che portiamo dentro di noi verranno curate e si rimargineranno. L'augurio di Natale che ci facciamo non diventa quindi una formalità, ma l'invito a ciascuno di noi di dare il giusto posto a Dio nella nostra vita personale per essere a nostra volta uomini e donne capaci di essere sale della terra e luce del mondo. Chiamati a essere fiaccole che sanno segnalare il vero cammino perché gli uomini scoprano cosa voglia dire veramente pace. |