Omelia (01-01-2024) |
don Lucio D'Abbraccio |
Maria: Madre di Dio e Regina della pace! L'odierna liturgia contempla, come in un mosaico, diversi fatti e realtà messianiche, ma l'attenzione si concentra particolarmente su Maria, Madre di Dio. Otto giorni dopo la nascita di Gesù, ricordiamo la Madre, la Theotókos, colei che «ha dato alla luce il Re che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno» (Antifona d'ingresso; cf Sedulio). La liturgia medita oggi sul Verbo fatto uomo, e ripete che è nato dalla Vergine. Riflette sulla circoncisione di Gesù come rito di aggregazione alla comunità, e contempla Dio che ha dato il suo Unigenito Figlio come capo del «nuovo popolo» per mezzo di Maria. Ricorda il nome dato al Messia, e lo ascolta pronunciato con tenera dolcezza da sua Madre. Invoca per il mondo la pace, la pace di Cristo, e lo fa attraverso Maria, mediatrice e cooperatrice di Cristo (cf Lumen gentium, 60-61). Iniziamo un nuovo anno solare, che è un ulteriore periodo di tempo offertoci dalla Provvidenza divina nel contesto della salvezza inaugurata da Cristo. Ma il Verbo eterno non è entrato nel tempo proprio per mezzo di Maria? Lo ricorda nella seconda Lettura, che abbiamo poco fa ascoltato, l'apostolo Paolo, affermando che Gesù è nato «da una donna». Nella liturgia di oggi grandeggia la figura di Maria, vera Madre di Gesù, Uomo-Dio. L'odierna solennità non celebra pertanto un'idea astratta, bensì un mistero ed un evento storico: Gesù Cristo, persona divina, è nato da Maria Vergine, la quale è, nel senso più vero, sua madre. Oltre alla maternità oggi viene messa in evidenza anche la verginità di Maria. Si tratta di due prerogative che vengono sempre proclamate insieme ed in maniera indissociabile, perché si integrano e si qualificano vicendevolmente. Maria è madre, ma madre vergine; Maria è vergine, ma vergine madre. Se si tralascia l'uno o l'altro aspetto non si comprende appieno il mistero di Maria, come i Vangeli ce lo presentano. Maria è Madre di Cristo, Maria è anche Madre della Chiesa, e infine Maria è Madre spirituale dell'intera umanità, perché per tutti Gesù ha dato il suo sangue sulla croce, e tutti dalla croce ha affidato alle sue materne premure. Iniziamo dunque guardando a Maria questo nuovo anno, che riceviamo dalle mani di Dio come un «talento» prezioso da far fruttare, come un'occasione provvidenziale per contribuire a realizzare il Regno di Dio. «Ti benedica il Signore e ti custodisca ... faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia». È questa la formula di benedizione che abbiamo ascoltato nella prima Lettura. È tratta dal libro dei Numeri: vi si ripete tre volte il nome del Signore. Ciò sta a significare l'intensità e la forza della benedizione, la cui ultima parola è «pace». Il termine biblico «shalom», che traduciamo «pace», indica quell'insieme di beni in cui consiste la «salvezza» portata da Cristo, il Messia annunciato dai profeti. Per questo noi cristiani riconosciamo in Lui il Principe della pace. Egli si è fatto uomo ed è nato in una grotta a Betlemme per portare la sua pace agli uomini di buona volontà, a coloro che lo accolgono con fede e amore. La pace è così veramente il dono e l'impegno del Natale: il dono, che va accolto con umile docilità e costantemente invocato con orante fiducia; l'impegno, che fa di ogni persona di buona volontà un «canale di pace». Chiediamo a Maria, Madre di Dio e Regina della pace, di aiutarci ad accogliere il Figlio suo e, in Lui, la vera pace. Domandiamole di illuminare i nostri occhi, perché sappiamo riconoscere il Volto di Cristo nel volto di ogni persona umana, cuore della pace. Amen! |