Omelia (25-02-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri (...). Ecco noi chiamiamo beati quelli che hanno sopportato con pazienza. Come vivere questa Parola? La pazienza è l'ampiezza dell'amore di Dio: per questo è beata! Pazienza è, etimologicamente, "sopportare, prendere su di sé" Dio è paziente e misericordioso: nelle sue viscere di misericordia prende su di sé, accoglie tutte le sue creature e le ama. Chi giudica il fratello non ama, chi si lamenta del fratello non ama. Non si tratta di non vedere il peccato, di fingere che vada tutto bene: il peccato del fratello, però, non sia motivo di separazione, ma di maggiore amore! Non un giudizio tagliente, che allontana, ma un giudizio misericordioso, che prende su di sé, che accoglie in sé colui che è giudicato. Di fronte al peccato del fratello, non il lamento, non la mormorazione, non la recriminazione: ma la correzione sincera, fraterna, faccia a faccia e, soprattutto, l'invocazione segreta a Dio, la preghiera d'intercessione! Pazienza è anche saper attendere, i tempi non propri, ma di Dio. E' la pazienza dell'agricoltore che attende le piogge (cfr. Gc.5,7) d'autunno e di primavera, e il vuoto dell'inverno, nella certezza che il seme, a suo tempo, germoglierà e darà frutto. Pazienza è dare tempo al tempo, è dare tempo a Dio, Padre che rispetta la libertà dei suoi figli e quindi anche i tempi di crescita, diversi per ciascuno. Oggi mi eserciterò ad adeguare il mio sguardo allo sguardo di Dio; terrò gli occhi non in basso ripiegati su di me, ma in alto, sollevati a guardare l'ampiezza d'orizzonte dell'amore di Dio. Guarderò al mondo e alla storia, ai fratelli e alle sorelle, con la pazienza di Dio; tutto e tutti portando dentro di me, con amore, in preghiera, nella fede e nella speranza che ogni ombra svanirà, che la morte e il peccato passeranno, e solo l'amore resterà, germoglierà e darà frutti. |