Omelia (06-01-2024)
don Giampaolo Centofanti


Al vedere la stella provarono una grandissima gioia. Che dono quando ci accorgiamo più chiaramente che vi è una luce che illumina il nostro cuore, la nostra coscienza. È un momento decisivo perché entriamo più esplicitamente in contatto con Dio e anche con noi stessi perché solo quella luce ci porta sulla via che scioglie i nodi e apre le strade. Per esempio oggi viviamo in una svuotante cultura della ragione astratta, dunque dove tutto è messo sul piano di una riduttiva e distorcente tecnica, di un fare cose, un funzionare, senza un più vitale filo interiore. Una ragazza di 20 anni, una brava catechista della parrocchia, mi dice che non può più credere in Dio perché il big bang, l'evoluzionismo, dimostrano che non esiste. Io potrei rispondere con ragionamenti che dimostrano che le teorie vere non contrastano con la fede ma non cado nell'inganno di questa cultura, ridurre tutto a ragionamenti, del resto soggetti a confutazioni. Le chiedo semplicemente nella sua coscienza cosa sente di rispondere alla domanda se crede in Dio. Lei dice che sente di credere ed ecco risolto il problema e messo nella giusta via. Se avesse risposto di non credere allora davvero il Signore non le aveva donato la fede ma magari la stava orientando a chiederla, se veniva a parlare con un sacerdote. Poi ripeto vi sarebbero interessanti riflessioni sul fatto che la fede fa ragionare meglio, anche sui punti che l'avevano messa in crisi e con lei abbiamo affrontato l'argomento. Per brevità osservo che la logica mostra che ogni cosa ha una sua causa. Risalendo le cause da dove esce fuori il mondo? Se non credo dico che non lo so ma la logica si interrompe.
Dunque la via è ascoltare la luce nel cuore. Poi piano piano imparare a scoprire che la vera luce è serena, fa fiorire con equilibrio, gradualità, la mia umanità, non la calpesta: non sensi di colpa, forzature, risposte meccaniche del tipo si fa così, ma invece discernimento pieno di semplicità e buonsenso nella fede, discernimento diverso situazione per situazione, non risposte meccaniche. Ecco la via della rinascita spirituale e psicofisica perché Dio mi ama in modo meraviglioso, mi fa crescere con i tempi e i modi di un amore che mi comprende non con atteggiamenti da vivere meccanicamente.
È un cammino, proprio come quello dei magi, imparare a riconoscere, accogliere, questa luce. Anche loro arrivati a Gerusalemme si distraggono, gli viene naturale fare domande agli abitanti del posto senza prima vedere se è la stella a ispirarli. E cadono nel pericolo di Erode. È bello che invece la stella li aiuta a riconoscere e farsi aiutare dalla grazia che viene anche attraverso le persone, infatti poi vengono avvertiti di non ripassare da Erode in sogno, come accadeva a Giuseppe.