Omelia (07-01-2024) |
Omelie.org (bambini) |
Cari bambini e bambine, ragazzi e ragazze, ben trovati a tutti! E già finito il Natale è oggi ci godiamo l'ultimo giorno di vacanza. L'ultimo sì, ma non per questo il più triste! Oggi festeggiamo il Battesimo di Gesù. Forse questo è il primo e il più eclatante gesto che ci fa simili a Lui. Infatti esso ci permette di entrare a far parte della Chiesa. Ciò che c'è di diverso tra il nostro battesimo e quello del Nazareno è che Lui è stato battezzato da grande, mentre noi lo siamo stati da piccoli. I motivi che hanno spinto la Chiesa a prendere la decisione del cambiamento di età per attingere a questo sacramento, sono di vario tipo e ora non possiamo dirli tutti. Tuttavia mi interessa precisare che non si tratta di un'imposizione che subiamo da parte dei nostri genitori: è piuttosto un regalo che ci hanno fatto e che, se vogliamo può durare per sempre. Ma cosa significa per noi essere battezzati? E soprattutto, dal momento che Gesù era il Figlio di Dio, che bisogno aveva di essere battezzato? Come sempre, ce lo spiegano le Letture. Nella Prima il profeta Isaia annuncia un amore gratuito: questa deve essere per noi una grande liberazione perché in genere, a mano a mano che si cresce, sentiamo sulle nostre spalle il peso del giudizio degli altri e quindi pensiamo che per essere amati bisogna essere perfetti. Invece ora ci viene rivelato che siamo degni di amore a prescindere, cioè senza che dobbiamo guadagnarcelo! Cioè è la nostra stessa natura che ci rende amabili, per il fatto di essere creature di Dio. Anche quando sbagliamo, non smettiamo di ricevere amore perché il Signore è sempre pronto a perdonarci, ma forse siamo noi che dovremmo imparare a perdonare noi stessi... Tuttavia, è innegabile il fatto che passiamo dei periodi in cui sembra tutto contro di noi: allora questo Dio forse è poco affidabile perché dice una cosa e poi ne fa un'altra? Assolutamente no! Anzi, Isaia dice che il Signore mantiene sempre le sue promesse, anche quando non capiamo cosa ci accade: questo è il grande Mistero di Dio. Ecco perché è veramente sapiente, non colui che ha grandi successi nella vita, ma chi, prima di tutto, si preoccupa di seguire le vie Dio. In particolare, bisogna fare molta attenzione ai tempi con cui è scritta questa Lettura: quando il Signore fa una promessa attraverso il Profeta, utilizza tempi al futuro, come a dire che ancora non è il momento della salvezza. Noi sappiamo benissimo che le promesse si fanno con le parole, infatti tutti pensiamo che se una promessa non è seguita da dei fatti che la realizzano, rimane un cumulo di parole vuote senza senso. Eppure alla fine della lettura si legge qualcosa tipo: "la mia parola non tornerà a me senza aver portato frutto". Questo significa che la promessa di Dio non è compiuta da parole umane, ma la Sua è una "Parola Creatrice" come quella della Genesi: è una parola che mentre dice, fa. Perciò la promessa è realizzata già ed ora per il semplice fatto che è stata pronunciata. Nella Seconda Lettura san Giovanni ci spiega che questa attualizzazione della Promessa è realizzata prima di tutto in Cristo: Egli ci ha amati una volta e per sempre. Ma questo non è bastato a Dio infatti questo amore ci viene rinnovato ogni giorno attraverso il dono dello Spirito Santo. Veniamo ora al vangelo con il quale raggiungiamo il culmine delle Letture. Marco ci racconta com'è avvenuto il battesimo di Gesù, ma ci spiega anche cosa significa per noi che Gesù si sia battezzato. Prima di tutto, il Brano inizia con l'annuncio, da parte di Giovanni il Battista, dell'arrivo di uno più grande di lui, per cui bisogna prepararsi a questo arrivo attraverso una purificazione. Questa parola per noi potrebbe generare malintesi: cosa significa per noi essere pronti alla manifestazione di Gesù? Sappiamo che Egli si rivela a noi quotidianamente, nelle piccole cose e in modo delicato, quasi impercettibile. Perciò purificarci significa allontanarci da tutto ciò che ci distrae, che non ci fa vedere le cose con gli occhi di Dio: è lo Spirito Santo che, come un paio di occhiali da vista, ci permette di vedere l'opera di Dio nella semplicità della nostra quotidianità. In fin dei conti, il battesimo ci richiama proprio a questo: certamente ci istituisce figli di Dio, ci mette all'interno della Chiesa e ci fa tutti re, sacerdoti e profeti, ma, se vissuta nella sua pienezza, ci permette di vivere con i piedi ancorati a terra e con il cuore rivolto verso il cielo. A proposito di Cieli, nel vangelo si dice che "si aprirono i cieli": Da sempre il cielo è il posto dove risiedono le divinità. Anche per gli ebrei era così, pertanto, il fatto che si aprono i cieli si aprono le nubi è come dire che Dio si fa vicino a noi e non è più talmente altro. La colomba che scende richiama certamente il diluvio nella genesi cioè la fine di un tempo di sofferenza e l'inizio del tempo della vita. Ma è anche una prova di questa vicinanza concreta che Dio vuole tra sé e noi. Il Vangelo prosegue dicendo "Tu sei in figlio mio il prediletto" la frase che segue, nella sua completezza, è un'unione di varie citazioni dell'Antico Testamento: considerando che Dio stava parlando al popolo ebraico, è come se, in modo criptato, stesse dicendo che tutte le promesse fatte nella Storia del Popolo Eletto, si stavano compiendo in quel momento, così come si compiono ogni giorno per noi attraverso l'Eucarestia. Inoltre questa affermazione ci dice che Gesù è figlio. Questo significa che veniamo fatti figli anche noi e cioè, non siamo trattati come dei sudditi di Dio, ma siamo amati come un padre amorevole ama i suoi figli. Questo è il significato del battesimo. Vi auguro di vivere questa giornata, non come l'ultima delle vacanze, ma come l'inizio di un nuovo anno, tutto da scoprire! Commento a cura di Cristina Pettinari |