Omelia (14-01-2024) |
don Roberto Seregni |
Che cosa cercate? Iniziamo il tempo ordinario con un bellissimo testo del Vangelo di Giovanni. Mi affascina contemplare la freschezza dell'inizio, la passione del primo sguardo, l'energia delle prime parole scambiate con il maestro. Con una manciata di versetti, l'evangelista ci racconto l'incontro che ha cambiato la vita dei primi discepoli e, dopo di loro, di una comunità immensa di uomini e donne che hanno deciso di seguire il maestro. Sembra che tutto succeda per caso, ma sappiamo bene che non è così. Nel Vangelo, e nella vita, le apparenti casualità ci fanno scoprire che ci sono cose che scappano dalle nostre mani, che sfuggono al rigido controllo dei nostri progetti. Le cose di Dio semplicemente accadono e non bisogna lasciarsele scappare. In questi anni di missione in Perú, ho imparato dai poveri a riconoscere il passaggio di Dio nella mia vita. Loro mi hanno insegnato a riconoscere il sussurro leggero dello Spirito che entra nella nostra vita con appassionata delicatezza. È interessante sottolineare che le prime parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni sono una domanda: Che cosa cercate? Già, prima di tutto bisogna chiarire che cosa stiamo cercando. O forse, ancora prima, se stiamo cercando. Perché il rischio è sempre in agguato: smettere di cercare, desiderare, sognare e iniziare a vivere come robot, a sopravvivere, a lasciarci dominare dai bisogni. Alla provocazione del maestro, i discepoli rispondono con una domanda: Dove dimori? Vogliono stare con lui, scoprire il mistero della sua persona. Dovranno lasciarsi masticare dalla vita, fare i conti con la loro debolezza, ma alla fine scopriranno che il Signore abita dove lo si lascia entrare. Sta bussando, non lasciartelo scappare! Alla domanda dei discepoli, Gesù risponde con un invito: Venite e vedrete. Per scoprire il mistero di Gesù, bisogna mettersi in movimento, condividere la vita, camminare con Lui e iniziare a cambiare lo sguardo sulle cose, sulle persone e sul mondo. Gesù non fa un esame per qualificare la preparazione umana, spirituale e teologica dei due giovani che lo stanno tampinando. Semplicemente li invita a stare con lui. Non li misura, non li mette alla prova, non indaga. Li invita a condividere la sua vita. Punto. Che bello! È interessante sottolineare che il secondo verbo è al futuro: Venite e vedrete. Il cammino inizia ora, ma c'è bisogno di tempo per scoprire il mistero della sua persona e il senso profondo della vita. Bisogna avere pazienza e il coraggio di lasciarsi mettere a nudo dalla sua Parola. Bisogna saper ascoltare, condividere e camminare. E tutte le volte che si pensa di aver capito qualcosa, è il momento buono per ricominciare da capo. |